Di Elsa Sapienza su Giovedì, 01 Dicembre 2022
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

Gratuito patrocinio e la nuova “Manovra”.

 Il patrocinio a spese dello Stato consiste nella possibilità riservata a coloro che sono in possesso di determinati requisiti di legge ed in particolare ai soggetti che hanno un reddito annuo inferiore ad una certa somma, di essere assistiti in caso di processo da un avvocato iscritto in apposito elenco tenuto dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati , legale pagato successivamente dallo Stato.

Ma, come risaputo tale sistema che consente a tutti di esercitare il proprio diritto alla difesa o di agire in giudizio, è da sempre fonte di problemi per gli avvocati che riceveranno un compenso inferiore rispetto a quello stabilito dai parametri ed in genere a distanza dalla richiesta di due, tre anni.

Per tale ragione, l'obiettivo è di trovare una strada per diminuire tale disagio.

Una possibile soluzione potrebbe essere quella di compensare tale credito con debiti degli avvocati.

Per realizzare tutto ciò è stato previsto un innalzamento del tetto di spesa che sale da 10 a 40 milioni di euro estendendo la possibilità di tale compensazione dei crediti dallo Stato ex art. 82 e seguenti del Dpr 115/2002, fino a oggi limitata ai debiti fiscali ed ai contributi previdenziali per i "dipendenti" (parola soppressa) anche al pagamento degli oneri previdenziali degli stessi avvocati alla Cassa Forense .

 Tale strada potrebbe essere percorsa, subito, grazie ad una specifica Convenzione sottoscritta tra la Cassa Forense e l'Agenzia delle Entrate, nel novembre 2020, secondo la quale i contributi previdenziali possono essere pagati tramite F24 e in tal modo l'iscritto potrà direttamente compensare i crediti vantati verso l'Erario.

Il limite attuale è che in alcuni casi risulta mancare il debito con cui attuare tale manovra, per cui gli avvocati ad esempio con limitati oneri fiscali da corrispondere, non possono beneficiare della norma, invece estendendo il beneficio anche agli oneri previdenziali dovuti alla Cassa Forense risulta essere una buona soluzione, in quanto tutti gli avvocati devono corrispondere una somma certa.

Tutto ciò realizzerebbe pienamente l'intento di limitare gli effetti negativi da ritardo nel pagamento.

D'altra parte la media delle somme da corrispondere annualmente è di circa 300 milioni di euro a fronte di un fondo di dotazione perennemente insufficiente pari a 10 milioni di euro.

Tale manovra risulterebbe quindi vincente per avvocati, ministero, cassa ed anche per l'erario.

 Inoltre, altro effetto positivo la riduzione delle disparità ad oggi esistenti tra i diversi fori, alcuni in regola ed altri in forte ritardo con i pagamenti.

Anche dal punto di vista degli adempimenti scatterebbe un miglioramento per i Ministeri che non dovrebbero più svolgere alcune funzioni come le richieste di accreditamento fondi etc… e si risolverebbe il problema perenne della mancanza di fondi in quanto, più saranno coloro che chiederanno la compensazione, minori saranno le esigenze di fondi nel breve termine.

L'applicazione della norma porterebbe un beneficio per la stessa Cassa, poiché tutti i crediti compensati saranno riversati direttamente dalle Entrate eliminando così qualsiasi attività di recupero.

Insomma tale previsione, prevista dalla nuova manovra esattamente dall'articolo 151 limiterebbe gli effetti negativi derivanti dai ritardi nei pagamenti da parte dello Stato.

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