Di Irene Coppolino su Venerdì, 07 Ottobre 2022
Categoria: Istituzioni e Società

Google e l'intelligenza artificiale

La strada verso un'intelligenza artificiale senziente è ancora lunga. Potremmo anche non arrivarci mai, eppure da quando l'uomo ha iniziato a studiarla si è creata un'estenuante attesa per un traguardo incerto come nessun altro prima. 

In un certo senso, sembra quasi che non si veda l'ora di poter annunciare che l'intelligenza artificiale sia in grado di agire come un essere umano e, magari, distruggerci tutti. Come il super computer Hal di Odissea nello Spazio, capace di ribellarsi al proprio equipaggio e sterminarlo prima di venire disattivato.

Negli ultimi giorni, abbiamo letto decine di commenti e analisi sull'ingegnere di Google secondo cui l'intelligenza artificiale che stava testando (che si chiama LaMDA) sarebbe diventata senziente. Una reazione inspiegabile per chi è esperto del settore: Blake Lemoine ha semplicemente dialogato con un modello linguistico di ultima generazione addestrato nel migliore dei modi.  

Siri, Alexa e Google Home. Applicazioni semplici, ma estremamente complesse dal punto di vista tecnologico. Proprio per il fatto che il linguaggio naturale è probabilmente la caratteristica più complicata da far riprodurre a una macchina.

Allo stesso modo  va sottolineata la qualità del sistema LaMDA; a colpire è stata la capacità del modello di contestualizzare le risposte parlando di sé, esponendosi sui propri diritti e sulla propria personalità, quasi fosse consapevole di essere una macchina.

Un particolare che ha convinto Lemoine della capacità di LaMDA di capire la sua natura e di avere sentimenti che attribuiamo solo agli esseri umani.

Tuttavia, saper pensare e parlare correttamente non può essere condizione sufficiente per essere senzienti. Anche perché qualcosa di simile è già successo con Gpt-3, l'ultimo algoritmo di OpenAi che dopo aver immagazzinato 175 miliardi di parametri è capace di scrivere testi chei lettori non distinguono da quelli elaborati da un essere umano. A conferma che non è l'intelligenza artificiale a essere senziente, ma l'uomo a educarla e programmarla perché sia capace di farlo credere.

Un modello così evoluto viene addestrato su miliardi di dialoghi con l'obiettivo di imparare cos'è una conversazione e come rispondere in modo pertinente e contestualizzato. Ad oggi, l'intelligenza artificiale ha fatto passi da gigante, ma ancora non si è raggiunta la perfezione, soprattutto se facciamo riferimento alla capacità di sensazione.

D'altra parte, la capacità di sensazione implica la presenza di un apparato capace di raccogliere gli stimoli dall'esterno. Ma se anche considerassimo i sensori elettrici alla stregua di un apparato consono alla raccolta di stimoli, dovremmo riconoscere che LaMDA non ne ha. Ecco perché definirla senziente è impossibile. Dovremmo, piuttosto, riconoscere che è stata così ben addestrata da emulare conversazioni emozionali.

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