Di Piero Gurrieri su Giovedì, 24 Marzo 2022
Categoria: Diario di questi anni di Pietro Gurrieri

Giovanni, il cuore grande di un bambino

Lui è Giovanni, 9 anni. Un bambino come gli altri. Bellissimo, dal cuore grande. Di uno di quei cuori che li senti palpitare, anche dall'altra parte della terra.

Coronavirus, tempi di pandemia, un giorno come oggi. il Veneto è in trincea, i morti non si contano. Il presidente, il governatore hanno chiuso tutto. Famiglie allo stremo, il bisogno si taglia con il coltello. Anche del pane, anche dell'essenziale, di ciò che serve a vivere. Giovanni vive a Sarcedo, nel vicentino. Non riesce a darsi pace. Portatemi dal sindaco, subito, dice ai suoi cari. Una volta, due, poi tre.

 Non si può, tesoro, nessuno può uscire di casa, e poi il sindaco ha tanto a cui pensare. Giovanni conta i giorni. Ogni volta che Conte parla in TV lui è lì. Spera. Forse adesso è possibile, sì che si può. Giovanni è un fulmine, già in sella alla sua bici. Pedala a perdifiato, quasi perde il respiro. È al municipio, Sì precipita alla porta, suona il campanello. Sindaco, sono Giovanni, finalmente. Ti devo parlare di una cosa importante, aprimi. Lui, il sindaco, capisce subito, non c'è cosa più importante di quel bambino. Tutti fuori, riunioni ed appuntamenti sospesi. Giovanni è accanto a lui. Troppo piccolo, mi inginocchio. Dimmi caro.

Sai sindaco, io so tutto, non ti credere. So che tanti papà, tante mamme non hanno più nulla da mangiare, ed anche tanti bambini come me, per questo sono qui da te.
Ho deciso di donare tutti i miei risparmi a chi non ha più nulla. Ho rotto il mio porcellino salvadanaio, ecco prendi. Una pioggia di monetine. Sembrano pochi sai ma sono 100 euro, le mie paghette. Questi me li hanno portati per i dentini, guarda. Giovanni, grazie. Li accetto, a nome del nostro Comune, e di questa bandiera tricolore, che ci dice che siamo tutti fratelli.
9 anni, 100 euro, la più grande bellezza nel gesto semplice di un bambino. Una goccia nell'oceano che ci dice che possiamo ancora sperare nell'umanità. Grazie ancora Giovanni, anche a nome di tutti noi adulti, così piccoli di fronte a te.