Di Giovanni Di Martino su Giovedì, 15 Marzo 2018
Categoria: Istituzioni

Gioco d´azzardo e criminalità organizzata, la ricostruzione della Commissione Antimafia

Col terzo appuntamento con l´esame della Relazione Conclusiva della Commissione Antimafia prenderemo in esame il Capitolo dedicato al gioco lecito che come ben si sa ha un carattere di spiccata multidisciplinarità. Esso coinvolge infatti questioni riguardanti la fiscalità, delicati aspetti sociali (tra questi, il gioco di azzardo patologico), i rapporti tra Stato e autonomie, la normativa antiriciclaggio e, non da ultimo, le già ricordate interferenze e relazioni con il mondo della criminalità organizzata anche di tipo mafioso.
Il settore del gioco illecito da sempre è stato oggetto di interesse per la criminalità di tipo mafioso, ma tale interesse si è esteso negli ultimi anni anche al c.d. gioco lecito, attraverso la gestione diretta o indiretta delle società inserite a vario titolo nella filiera in tale comparto.
Le varie inchieste della magistratura hanno fatto emergere un quadro dettagliato sull´attenzione e l´interesse che la criminalità organizzata ha sviluppato negli ultimi anni sul questo settore
All´esito di numerose indagini è stato accertato che la criminalità mafiosa ha operato enormi investimenti in questo comparto, con la gestione diretta con l´intestazione a prestanomi di sale deputate al gioco, oppure attraverso l´inserimento di propri fiduciari nell´organigramma delle compagini societarie di gestione degli esercizi deputati al gioco.
In questo senso nella relazione viene menzionata l´indagine della Guardia di Finanza del novembre 2016 coordinata dalla Procura di Roma denominata operazione «Rouge et noir» nei confronti degli esponenti di una concessionaria di slot machine. L´indagine ha evidenziato gli oscuri rapporti tra ambienti vicini a cosa nostra, imprenditori del gioco d´azzardo operanti nello scenario anche internazionale, e perfino un parlamentare della Repubblica, che è stato peraltro membro dalla Commissione Bilancio, della stessa Commissione antimafia . Così si legge nella relazione" Desta profonda preoccupazione la circostanza che dagli atti di quell´indagine sia emerso addirittura un passaggio di denaro - 2,4 milioni di euro - che recava addirittura come espressa causale il riferimento ad una norma di legge (decreto-legge n. 78 del 2009) allora appena approvata, che, come sembra potersi desumere dall´inchiesta, era il frutto dell´asservimento dell´attività legislativa agli interessi criminali e mafiosi."
Alla luce di queste risultanze e di altre preoccupanti informazioni emerse da altre indagini, la Commissione ha ritenuto necessario un intervento del legislatore finalizzato a rafforzare la normativa antiriciclaggio da applicabile al settore, con l´obiettivo di rendere più trasparenti l´impiego dei capitali investiti nel settore del gioco pubblico e di una tracciabilità delle operazioni di gioco che hanno luogo soprattutto online. Tutto ciò in considerazione del crescente utilizzo delle valute virtuali (tra cui i bitcoin) in questo settore.
La proposta della Commissione è stata, infatti, recepita pochi mesi dopo dal legislatore, grazie all´inserimento nel decreto legislativo n. 90 del 25 maggio 2017, adottato nell´esercizio della delega per il recepimento della "quarta direttiva" antiriciclaggio (direttiva 849/2015), laddove è stato previsto l´inserimento, tra gli "operatori non finanziari" tenuti al rispetto delle norme antiriciclaggio, dei cosiddetti exchanger di bitcoin, cioè i prestatori di servizi relativi all´utilizzo di valute virtuali "limitatamente allo svolgimento dell´attività di conversione di valute virtuali da ovvero in valute aventi corso forzoso".
Il ruolo degli enti locali nel settore dei giuochi.
Interessante è risultata la parte del capitolo riservato al ruolo che possono "giocare" gli Enti Locali in questo delicato settore, soprattutto sul rapporto tra territorio e diffusione del gioco d´azzardo. La Commissione, a tal proposito, ha recepito gli elementi di valutazione forniti nel corso delle audizioni anche da parte dell´ANCI e di Avviso Pubblico (associazione per la formazione civile contro le mafie). Diverse proposte sono emerse: dotare le sale da gioco di requisiti di certificazione sulla affidabilità e moralità dei soggetti gestori; prevedere l´accesso selettivo all´ingresso ; la completa identificazione dell´avventore, la tracciabilità delle giocate e delle vincite
È stato segnalato al riguardo che l´eccessiva polverizzazione sul territorio delle diverse tipologie di punti di gioco e l´elevato numero di apparecchi di gioco (circa 300mila) non agevolano i controlli.
Al fine di acquisire utili informazioni nella predisposizione dell´attività di pianificazione che viene riservata alla Conferenza Unificata, così come peraltro richiamato da ultimo dall´articolo 1, comma 936, della legge 28 dicembre 2015, n. 209 (legge di stabilità 2016), la Commissione si è auspicato che la voce egli enti locali venisse presa in considerazione fin dalla fase di programmazione, per evitare così che nei vari territori, il e ciascun sindaco non sia, in qualche modo, l´ultimo responsabile della gestione delle sale gioco sui territori. Al fine di prevedere più cogenti controlli e per facilitarne la loro esecuzione la Commissione si è auspicato una riforma complessiva de settore dei giochi, con l´emanazione di un testo unico, che ponga le premesse per un nuovo modello di governance della vigilanza nel settore dei giochi e delle scommesse, basato anche sulla centralizzazione di qualunque dato o informazione giudiziaria riguardante il gioco d´azzardo e l´infiltrazione criminale nel gioco legale. Inoltre si è auspicato che venisse predisposto un sistema sanzionatorio che incida sulla misura delle pene tale da consentire l´attivazione l´attivazione di intercettazioni telefoniche e telematiche, che sono assolutamente necessarie per accertare le modalità con cui si realizza l´infiltrazione criminale sempre più caratterizzata dall´uso di strumenti tecnologici e dall´ambito di operatività transnazionale. Si auspica ancora che possa essere colmata una lacuna legislativa con la estensione anche alle società di gestione del punto di raccolta delle scommesse e di trasmissione (c.d. CDT) delle misure della legge n. 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.
La facilità di movimento che hanno dimostrato di avere le organizzazioni criminali mafiose, impone all´Unione Europea di dotarsi di un´unica strategia di contrasto al gioco illecito e al fenomeno di infiltrazione della criminalità mafiosa .
A tal fine appare prioritaria l´adozione di regole uniche per il rilascio delle concessioni e l´ armonizzazione di forme di controllo sui titolari delle licenze e delle concessioni di gioco e scommesse, ivi comprese quelle online . Infatti è stato rilevato che sempre più di frequente accade che imprenditori italiani, spesso prestanomi di esponenti appartenenti alla criminalità organizzata, utilizzino il principio della libertà di stabilimento per costituire società di gaming e di betting in altri paesi dell´Unione europea.
Si allega Relazione della Commissione Antimafia
Avv. Giovanni Di Martino
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