Settant'anni fa Ernest Hemingway (1898-1961) pubblicava il suo capolavoro, "Il vecchio e il mare" che, due anni dopo, nel 1954, si vide assegnare il premio Nobel per la letteratura.
Il massimo riconoscimento che uno scrittore o scrittrice, così come uno scienziato o una scienziata, o un artista in genere, possa aspirare. È sicuramente il premio più ambito, senza ombra di dubbio, il Nobel per la disciplina di riferimento alla propria attività.
Ma chi era Ernest Hemingway?
A leggere la sua biografia se da una parte, di primo acchito, potrà sembrarci una persona immersa in un'eterna sofferenza; dall'altra, riflettendo sulla sua opera, sul suo stile di vita, sulle sue abitudini, sulle impressionanti avventure sentimentali, sullo sciupìo di quattrini bruciati in regali, in bottiglie di alcol, di avventure di caccia e di tutto quello che una persona riesce a fare, veramente potremmo affermare che non si è fatto mancare niente. Ma proprio niente. Nel bene come nel male.
Ernest Hemingway è stato uno scrittore, di romanzi e di racconti, ma soprattutto un grande giornalista e reporter di guerra, di safari in Africa e di viaggi.
Nel 1917, sul finire della Prima guerra mondiale, un suo collega di redazione gli racconta di essere stato in Francia a guidare, come autista, le ambulanze della Croce rossa americana.
Hemingway, nel mese di maggio successivo, 1918, dopo un addestramento di poche settimana, si imbarca per la Francia, ma poi prosegue per l'Italia. Dove, quando arriva alla stazione di Milano, proprio quel giorno, salta in aria una fabbrica di munizioni e viene subito mandato a prendere feriti nel luogo del disastro. Le note biografiche raccontano che la vista di quel sangue dei feriti gli procurerà: "…un trauma dal quale non si libererà mai".
Un altro incidente gli capiterà sulla linea del Piave, dove viene ferito mentre trasporta un soldato moribondo sulle spalle in ospedale. Azione per la quale gli sarà conferita la medaglia d'argento.
Nel mentre scrive articoli e prende appunti.
A guerra finita rientra negli Stati Uniti e viene accolto come un eroe di guerra.
Nel 1929 pubblica il romanzo autobiografico, "Addio alle armi", che parla della sua esperienza durante la Prima guerra mondiale. Da questo romanzo, nel 1957, viene tratto un bel film con lo stesso titolo e con interpreti Rock Hudson e Jennifer Jones.
Come reporter di guerra lo troviamo anche in Asia durante il conflitto tra la Cina e il Giappone.
E, dal 1936 al 1939, non poteva mancare nella guerra di Spagna. Così come non poteva mancare un libro su questa esperienza: "Per chi suona la campana", 1940, che a sua volta diventerà un film, 1943, con gli attori Gary Cooper ed Ingrid Bergman e memorabile quella bellissima frase finale con la quale termina il film: "E allora, non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona per te."
Ernest Hemingway ha scritto altri importanti romanzi che, all'epoca delle uscite, non tutti ebbero giudizi critici positivi. Tutt'altro!
Ma all'improvviso, nel 1952, pubblica "Il vecchio e il mare". Un racconto lungo, più che un romanzo, che trova giudizi unanimi e che fa di Ernest Hemingway, uno dei più grandi scrittori americani.
Certo non solo per questo romanzo, ma per il momento in cui viene pubblicato, per i malanni fisici sull'Autore, morirà suicida nel 1961, in balìa della depressione e dell'alcol.
Anche questa opera, nel 1958, diventa un bel film con un interprete eccezionale: Spencer Tracy.
Un vecchio pescatore di Cuba, Santiago, malconcio in salute: "… che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce".
In un primo momento Santiago era aiutato da un ragazzino, Manolo, ma visto che non riuscivano a pescare alcunché, i genitori di Manolo lo affidarono ad un altro pescatore.
Ma Manolo non dimentica il suo Santiago. Così stabiliscono un bellissimo rapporto, fatto di gesti di grande solidarietà e di ingenue bugie. Manolo, in pratica, riesce a portare ogni giorno a Santiago quel poco di cibo che riesce a procurarsi. E, ogni santo giorno, lo rincuora con delle finte certezze sul futuro di pescatore del vecchio Santiago. Che si rincuora. Ed ogni mattina affronta la Corrente del Golfo alla ricerca di un mitico pesce spada che lo compenserà di tute le umiliazioni subite.
<<Che cosa hai da mangiare?>> chiese il ragazzo.
<<Una pentola di riso giallo e pesci. Ne vuoi un po'?>>.
<<No. Mangerò a casa. Vuoi che ti accenda il fuoco?>>
<<No. Lo accenderò più tardi. O magari mangio il riso freddo>>.
<<Posso prendere il giacchio?>>
<<Certo>>.
"Il giacchio non c'era, e il ragazzo ricordava il giorno in cui l'avevano venduto. Ma recitavano questa commedia ogni giorno. Non c'erano pentole di riso giallo e pesci, e anche il ragazzo lo sapeva".
Alla fine Santiago riesce a prendere un grosso pesce spada dei Caraibi, enorme, ma riesce a portare a riva solo lo scheletro di quel pesce, perché durante il viaggio di ritorno gli squali glielo spolpano tutto.