Al Sig. Ministro della Giustizia
On. Avv. Alfonso Bonafede
Al Sottosegretario di Stato alla Giustizia
On. Vittorio Ferraresi
Al Capo Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria
Pres. Dott. Francesco Basentini
Al Direttore dell'Ufficio del Personale e delle risorse
Dott. Massimo Parisi
OGGETTO: ennesima aggressione ad un Funzionario Giuridico-Pedagogico.
Intervenga con urgenza la politica.
Assistiamo all'ennesima aggressione nei confronti di un Funzionario di Area Educativa nelle carceri nella quasi indifferenza generale del mondo penitenziario e delle grandi organizzazioni sindacali di riferimento.
Già, in data 10.01.2020, un Funzionario Giuridico-Pedagogico in servizio presso l'Istituto penitenziario di Carinola (CE), è stato scaraventato per le scale interne del carcere da un detenuto. Si è dovuto fare ricorso alle cure del 118 per un trauma ad una spalla.
Ma non trattasi di certo di un episodio isolato.
Nel mese di novembre u.s., presso la Casa Circondariale di Barcellona P.G., la grave aggressione fisica di un operatore di Polizia Penitenziaria era stata preceduta da gravi minacce ai Funzionari dell'Area Educativa e da un tentativo da parte del detenuto stesso di sequestrare uno di tali Funzionari.
Nel mese di ottobre u.s., un detenuto, durante un consiglio di disciplina, ha ferito un agente con una spranga di ferro e solo grazie all'intervento del Funzionario Giuridico-Pedagogico che occasionalmente rivestiva le funzioni di presidente e che lo ha bloccato, si è evitato che lo stesso continuasse la sua azione violenta verso l'altro educatore e la psicologa (tutti componenti del Consiglio di disciplina).
Questi gli ultimi episodi più eclatanti e noti a questa Associazione, di aggressioni consumate o tentate verso i Funzionari Giuridico-Pedagogici.
Già, solo quelli noti a questa Associazione, perché quotidianamente tali operatori sono sottoposti a minacce esplicite o velate o ad aggressioni coperte dal più stretto riserbo, talora dagli stessi colleghi che temono negative ripercussioni e non si sentono adeguatamente tutelati dal sistema.
Di certo è chiaramente prevedibile il rischio connesso all'esercizio dei compiti istituzionali da parte del Funzionario Giuridico-Pedagogico all'interno degli Istituti penitenziari, a contatto con la popolazione detenuta, rivestendo questo un ruolo centrale nella redazione degli atti di osservazione (relazioni di sintesi e comportamentali) che hanno un peso rilevante per la concessione dei vari benefici ai condannati, e rilevando, nei confronti di tutta l'utenza penitenziaria, i diversi bisogni della stessa ed approntando gli interventi diretti ad agevolare un funzionale adattamento intramurario di ciascuno dei detenuti ed insomma a garantire un trattamento penitenziario adeguato.
E' nondimeno inaccettabile che il funzionario giuridico-pedagogico non abbia ancora ottenuto adeguato riconoscimento giuridico ed economico della specificità del ruolo esercitato. Inaccettabile che non sia riconosciuto come usurante il lavoro svolto.
Va soggiunta la disfuzionalità dell'attuale assetto organizzativo discendente dall'appartenenza dei suddetti Funzionari al Comparto Funzioni Centrali, al pari della maggior parte degli "impiegati civili dello Stato".
Questa Associazione, come noto agli organi politici e di alta amministrazione dipartimentale, ha proposto un riassetto organizzativo del personale (con creazione di un apposito ruolo tecnico) che agevola senza dubbio alcuno la funzionalizzazione del sistema esecuzione penale intramuraria e che ha ricevuto l' imprimatur di necessarietà propalato dal Capo del Dipartimento in carica in indirizzo.
E' un dato di comune esperienza ai vertici dell'Amministrazione penitenziaria, l'inserimento della nostra proposta nell'ambito del recente riordino delle carriere delle Forze di Polizia, proposta purtroppo non condivisa dalle componenti delle altre FF.OO. presenti al tavolo tecnico costituito per tale riordino.
La struttura della proposta sopra indicata pone al riparo da ogni contaminazione securitaria (temuta da alcuni settori) la funzione rieducativa della pena cui il Funzionario Giuridico-Pedagogico, quotidianamente, si sforza, tra mille difficoltà, di dare concreta attuazione.
Pertanto non hanno ragion d'essere vetusti pregiudizi ideologici che nei decenni hanno ostacolato la creazione di un apposito ruolo tecnico dei Funzionari Giuridico-Pedagogici all'interno del Corpo di Polizia Penitenziaria, ma sganciato totalmente da dipendenza gerarchica rispetto ai Funzionari del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Il Direttore dell'Istituto continuerebbe ad assicurare inoltre l'armonizzazione delle istanze di sicurezza con quelle della rieducazione.
Il recepimento della proposta consentirebbe la maturazione di un senso di comune appartenenza, il notevole miglioramento della circolarità delle informazioni afferenti all'osservazione dei condannati, la consapevolezza della contestuale presenza dei diversi interessi coinvolti nell'esecuzione penale e nella privazione della libertà personale in carcere e, quindi, una loro più efficace armonizzazione nei casi concreti.
Consentirebbe inoltre di approntare gli interventi più adeguati per favorire un funzionale adattamento del detenuto al contesto intramurario e percorsi di risocializzazione più aderenti ai bisogni della personalità dei singoli condannati.
Le refluenze sul processo di umanizzazione della pena in carcere non potrebbero che essere positive.
Il varo della proposta consentirebbe inoltre il recepimento della Regola n. 79 contenuta nella Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa R(2006)2 che esorta gli Stati membri ad estendere a tutti gli operatori penitenziari (quali sono anche i FF.GG.PP.) i benefici previsti per le FF.OO..
Le condizioni di lavoro della categoria rappresentata da questa Associazione sono ormai insostenibili e disposti ad affrontare i rischi connessi all'esercizio di un ruolo istituzionale delicatissimo, riteniamo non più procrastinabile un intervento della politica diretto al riconoscimento della specificità del ruolo ai Funzionari Giuridico-Pedagogici, sotto l'aspetto economico, di trattamento giuridico in senso lato e di appartenenza concreta e reale al sistema dell'esecuzione penale intramuraria.
Caltanissetta 12.01.2020
Il Presidente A.N.F.T.
Stefano Graffagnino