La professione dell'avvocato e la tutela della collettività
L'emergenza sanitaria che stiamo vivendo non può far venir meno la tutela dei diritti della collettività cui l'avvocato è chiamato a garantire nell'esercizio della professione. E ciò soprattutto in considerazione del susseguirsi di decreti emessi quasi all'ordine del giorno. In un siffatto contesto, infatti, il ruolo dell'avvocato è fondamentale in quanto risulta necessario il supporto di professionisti che:
- spieghino la portata delle nuove norme;
- continuino a garantire la tutela del diritto della difesa;
- garantiscano la tutela dei diritti a tutti coloro che potrebbero trovarsi in difficoltà anche a causa dello stop di determinate attività.
In riferimento a tale ultimo punto, si pensi, ad esempio, ai commercianti che hanno dovuto chiudere i loro negozi e che hanno, tuttavia, in corso un contratto di locazione commerciale. Questa categoria di lavoratori, sicuramente, vorrà capire come conciliare i costi con il mancato guadagno. Orbene, un avvocato, in questa situazione di smarrimento, potrebbe essere di sostegno. Pertanto, garantire ai propri clienti la presenza professionale è un dovere deontologico dell'avvocato a salvaguardia del diritto all'inviolabilità e all'effettività della difesa.
L'esercizio della professione durante l'emergenza sanitaria, smart working e strumenti telematici gratuiti
Come conciliare la tutela dei diritti della collettività con il rispetto delle prescrizioni dettate dal governo, tra le quali, la limitazione di contatti sociali? La risposta è lo smart working o il cosiddetto "lavoro agile", introdotto dalla Legge n. 81/2017 allo scopo di incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Niente di nuovo per gli avvocati, dato che già l'introduzione del processo telematico ha abituato i professionisti ad affidarsi sempre più alla tecnologia. Garantire operatività e assistenza legale anche da casa vuol dire organizzarsi con strumenti telematici che consentano depositi telematici, riunioni, video-chiamate, ricerche giuridiche lontano dalla tecnologia degli studi legali.
Come fare?
Ecco qui di seguito alcuni suggerimenti utili per il lavoro degli avvocati in smart working:
- Teamviewer: un programma per l'accesso remoto. In buona sostanza, si può installare la versione gratuita per connettersi al computer di studio da casa;
- Slpct: un redattore atti giuridici gratuito. Se non si ha la possibilità di connettersi al redattore di atti giuridici installato in studio, si può optare per questa versione gratuita. È sufficiente avere il possesso della chiavetta per la firma digitale;
- Openoffice: un programma gratuito di videoscrittura in alternativa a Microsoft office installato sul computer di studio;
- Thunderbird: un'applicazione gratuita per la gestione della posta elettronica;
- 7 Zip: un programma gratuito per comprimere un file;
- Adobe reader: un programma gratuito per aprire e leggere un file pdf;
- https://www.accessogiustizia.it/public/: consente l'accesso gratuito al polisweb. Anche in questo caso è sufficiente il possesso della chiavetta per la firma digitale;
- Skype o Whatsapp: per chiamate e video conferenze;
- https://www.giustizia-amministrativa.it/: per la ricerca gratuita di sentenze e decisioni del Tar e del Consiglio di Stato;
- http://www.italgiure.giustizia.it/sncass/: per la ricerca gratuita di sentenze e decisioni della Corte di Cassazione;
- https://www.normattiva.it/ricerca/semplice: per la ricerca gratuita di atti normativi;
- https://www.professionegiustizia.it/calcoli/: per il calcolo dei termini processuali, della fattura, del contributo unificato ecc.