Il 3 marzo compirà dieci anni la legge n. 18/2009, con cui l'Italia ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006 e istituito, di conseguenza, l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. La Convenzione ONU pare ancora molto lontana dalla sua concreta attuazione, in particolar modo nel mondo della Scuola, e non solo riguardo agli alunni. Per questo è apprezzabile il lavoro svolto in occasione della ricorrenza da Simona Piera Franzino, terapista della neuropsicomotricità specializzata in CAA (comunicazioni aumentative ed alternative) e Domenico Massano, pedagogista ed educatore, hanno redatto una versione della Convenzione Onu in CAA a partire dalle "easy read versions" della Convenzione, in particolare quella italiana curata dall'Anffas.
Chi si occupa di disabilità è abituato in genere a pensare alla Scuola in termini di inclusione dello studente con disabilità, scordando così in tal modo che le persone con disabilità possono rivestire talora il ruolo di insegnanti, e che per svolgere il proprio lavoro potrebbero aver bisogno del supporto di qualcuno che esegua materialmente le attività che la disabilità impedisce, o rende difficoltose. Ad esempio: sorvegliare la classe, consultare e compilare i registri, sfogliare i libri, scrivere alla lavagna e così via. Insomma, il 'sostegno' non è utile solo per gli studenti e le studentesse con disabilità, in alcuni casi è necessario anche per l`insegnante con disabilità.
Secondo i dati di OFCS Report, sarebbero più di 100mila i docenti disabili della scuola italiana, circa il 15% del totale, includendo, occorre precisare, anche diverse forme di malattia: dal docente con malattie cardiache a quello affetto da sclerosi multipla, dal non vedente al professore malato di tumore o con problemi di deambulazione. La stima poggia sul numero di richieste per la legge 104/1992 del personale scolastico (che non riguardano tutte una disabilità personale, ma spesso l'assistenza). Né santi né eroi, ma uomini e donne (soprattutto) che, portando dietro la cattedra la propria disabilità, superando gli ostacoli dello studio prima, e della professione poi, offrono ai propri ragazzi la lezione più difficile e più preziosa: non c'è barriera che non si possa superare. Ogni giorno devono lottare per fare bene il proprio lavoro di insegnanti in diverse materie, con differenti disabilità.
Ma la buona notizia è che i ragazzi sono i primi a capire e ad affidarsi con naturalezza alle loro docenti. Dall'altra parte della cattedra ci sono gli insegnanti disabili e il loro diritto al lavoro che si scontra con edifici inaccessibili, burocrazie inespugnabili e barriere invalicabili. Persone che ogni giorno devono lottare per fare bene il proprio lavoro. Il docente disabile avrebbe necessità di un assistente che lo supporti nelle varie attività che gli competono durante il servizio svolto a scuola. A tal proposito si sta ipotizzando una proposta di legge per riconoscere - appunto - la figura di supporto all'insegnante con disabilità. La disabilità, come previsto dalla Convenzione ONU, non è più mancanza, ma risorsa, la persona con disabilità rappresenta una ricchezza per la collettività e l'art. 8 della Convenzione sancisce l'impegno degli stati membri a promuovere il riconoscimento delle capacità, dei meriti e delle attitudini delle persone con disabilità ed il loro contributo nei luoghi di lavoro e nel mercato lavorativo.
Occorre proseguire il cammino verso la piena accessibilità delle informazioni e la partecipazione delle persone con disabilità per costruire, tutti insieme, una società realmente inclusiva.