Lui è Diego, ha 15 anni ed è un fuoriclasse, sarà forse una circostanza legata al nome che porta. Una infanzia normale, poi all'improvviso alcuni disturbi. Un primo consulto dal medico, poi un secondo. Uno specialista, finalmente la diagnosi. Impietosa. Diego ha il morbo di Crohn. Fino a qualche decennio fa, gli scienziati negavano che si trattasse di una malattia. Quando non hai armi, meglio fingere che non ci sono nemici di fronte. Il morbo di Chron, invece, è proprio una brutta bestia. Lo sanno, in migliaia, gli adolescenti che ne sono affetti perché colpisce soprattutto loro. Dolori addominali, nausea, febbre, perdita di peso.
Una infiammazione cronica dell'intestino di norma non letale, ma che ti cambia la vita senza che tu sappia neppure il perchè. Paletti, divieti, per esempio non poter più mangiare un gelato. Diego è inserito in un percorso terapeutico, di lui si occupano i medici del reparto Gastroenterologia del Gaslini, comincia ad assumere farmaci. Diego ha un'idea, si mette a studiare la formula di un gelato che può essere gustato da tutti i ragazzi che hanno il morbo di Crohn. I medici sono entusiasti, stanno con lui. Una gelateria si mette a disposizione. Si cerca ed ancora si cerca. Finalmente, al Salone orientamenti del Porto Antico di Genova, Diego, in piedi tra i luminari, ha presentato il suo gelato, al gusto di mango.
Il Gaslini ci ha messo il timbro, quel gelato non fa male, può essere gustato da tutti i piccoli malati. La vicepresidente della Liguria si complimenta con Diego, esempio di tenacia e determinazione. Lui ha vinto la sua prima battaglia. Diego è il simbolo della genialità dei giovanissimi italiani, ma anche del loro altruismo.