C'è uno scatto, di poche ore fa, che ha una potenza sconvolgente.
Gli ebrei pregano a Gerusalemme, appoggiati al Muro del Pianto, da duemila anni. Credono che quel punto sia il più sacro sulla faccia della Terra e che Dio, in quel luogo, possa ascoltare meglio le loro preghiere.
Ieri, per la prima volta dopo gli anni terribili della Shoah, si sono rivestiti dei colori di una bandiera - stavolta non la loro, ma quella ucraina- e si sono dati appuntamento qui. Poi sono rimasti in silenzio, chiedendo a Dio di fermare la guerra, di salvare la strage di quel popolo. Non c'è davvero immagine più forte di questa, più capace di "parlare" alle viscere e al cuore, e alla profondità dell'anima.
C'è una poesia molto bella, e appena scritta, che mi ha inviato una giovane poetessa Debora Cirasola, dedicata alle vittime innocenti dell'Ucraina, ai bambini. Sono stati dimenticati dagli uomini, mi piace pensare e credere che almeno Dio non li dimenticherà mai, ed è a loro che io e Debora dedichiamo questi versi:
RACCONTI DI VIAGGIO...UCRAINA ❤
Quando sono venuto al mondo il mio è stato un grido alla Vita.
Sono nato per essere amato.
Siamo nati per amare.
Mi hanno insegnato ancor prima di camminare il significato della parola amore.
È stato bellissimo.
È stato stupendo.
È stato meraviglioso.
Lo è stato ancor più quando ho imparato a scrivere quella parolina.
5 lettere e tanto amore.
Non ho mai capito cos'é la guerra.
È una parola che non mi è mai piaciuta.
Che mai ho digerito.
Che oggi ho capito.
Che oggi posso raccontare.
Sono sveglio da ore ormai,
da fuochi e botti,
bombardamenti,
da urla strazianti.
Logoranti.
E la paura mi assale.
E la paura incombe.
Non voglio scappare via.
Non voglio lasciare la mia Terra.
Non voglio abbandonare la mia amata Ucraina.
Non voglio, ma devo.
È troppo pericoloso restare.
Mamma e papà dicono...che sono io il loro bagaglio più prezioso.
È da qui che inizia il nostro lungo viaggio
alla ricerca dell'amore....
(Debora Cirasola)