17,6668%. E' questa l'esigua percentuale di fruibilità del credito relativo agli investimenti effettuati in zona ZES; praticamente una mancetta elargita agli imprenditori che ci hanno creduto ma che non ci credono più e che spegne definitivamente l'entusiasmo delle imprese meridionali che avevano deciso di investire.
L'Agenzia delle Entrate ha infatti fissato, con il provvedimento n. 305765/2024, la percentuale effettivamente fruibile: rammentiamo che l'art. 16 del convertito D.L. n. 124/2023 ha previsto il credito d'imposta per le imprese che effettuano investimenti dal 1° gennaio al 15 novembre 2024, relativi all'acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nella ZES unica. Il decreto 17 maggio 2024 ha poi definito le disposizioni attuative: in base all'art. 5 comma 4, per rispettare il limite di spesa, l'ammontare massimo del bonus fruibile è pari al credito richiesto moltiplicato per la percentuale resa nota con provv. dell'Agenzia, ottenuta rapportando il limite complessivo di spesa all'ammontare complessivo dei crediti richiesti.
Tradotto in numeri: l'ammontare totale dei bonus richiesti in base alle comunicazioni validamente presentate dal 12 giugno al 12 luglio 2024 è risultato pari a 9.452.741.120 euro, a fronte di 1.670 milioni di euro di risorse disponibili, che costituiscono il limite di spesa. La percentuale del bonus effettivamente fruibile da ogni beneficiario è dunque pari al 17,6668% dell'importo richiesto.
E' evidente, e speriamo che lo sia anche per il Mef, che è necessario aumentare le risorse messe a disposizione, che al momento si sono rivelate completamente insufficienti: infatti, una piccola impresa collocata in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, a cui spetterebbe un credito d'imposta del 60% sugli investimenti effettuati, ha diritto a un credito d'imposta effettivo del 10,60% - il 17,6668% del 60% -. La situazione peggiora soprattutto per le grandi imprese in Abruzzo che, a fronte di un credito spettante del 15%, ottengono con l'attuale meccanismo un credito effettivo del 2,65% - il 17,6% del 15% -.
Il distorto meccanismo di ripartizione prevede una prima prenotazione delle risorse con riparto a favore di tutti i richiedenti che hanno realizzato gli investimenti; a febbraio 2025, le imprese che continueranno a investire potranno contare – forse - su nuove risorse derivanti da future rinunce. Le imprese hanno programmato gli investimenti nella ZES unica contando sulle risorse derivanti dal credito d'imposta e ottenere un credito effettivo di tanto inferiore rispetto a quello spettante costringe a una rivisitazione della programmazione finanziaria predisposta, e sperare nell'ulteriore ripartizione del credito, che comunque avverrà nei primi mesi del 2025, non migliora la programmazione.
Infine, auspichiamo che il Governo possa aumentare le risorse attualmente disponibili per andare incontro alle esigenze degli imprenditori che investono in uno strumento fondamentale per il rilancio economico del Mezzogiorno. Attendiamo fiduciosi …… o quasi.
Meditate contribuenti, meditate.