L'acqua è una risorsa preziosa che merita attenzione e adeguata regolamentazione. Per tal verso è stato redatto un "Decalogo del diritto all'acqua" con l'intento di promuovere una legislazione, ispirata a una visione ecocentrica, per il riconoscimento del diritto all'acqua come soggetto giuridico. A lanciarlo è stato il Consiglio Nazionale Forense (Cnf) in occasione dell'evento "Pursuing the human right to water" al Padiglione Italia di Expo 2020 Dubai, organizzato dallo stesso Cnf per la Giornata mondiale dell'acqua dello scorso 22 marzo (fonte: https://www.consiglionazionaleforense.it/).
Vediamo nel dettaglio i punti del decalogo.
Il bene acqua e l'approvvigionamento diffuso
Innanzitutto il bene acqua deve essere riconosciuto dagli Stati sovrani come una risorsa destinata prioritariamente ad assolvere al fabbisogno essenziale dei cittadini. La gestione e la distribuzione di detta risorsa:
- sono funzionali a tutte le comunità territoriali;
- devono garantire l'approvvigionamento diffuso;
- sono svolte secondo i principi del "social service coverage" e della "full affordability.
Ne consegue che la regolazione del settore idrico deve essere orientata al pieno assolvimento dei bisogni essenziali di ciascun membro della collettività. Per tal verso nella somministrazione dei servizi idrici, a livello negoziale, va vincolato il soggetto somministrante, nel senso che la libertà negoziale si configura in un diritto all'erogazione secondo i parametri di efficacia quantitativa e qualitativa della prestazione.
Gestione delle risorse idriche, sostenibilità ed equa somministrazione
Ogni Stato dovrà regolamentare la gestione delle proprie risorse idriche:
- tenendo conto delle caratteristiche idro-geologiche del proprio territorio;
- adottando strumenti normativi, regolamentari e finanziari che garantiranno l'impiego efficiente delle nuove tecnologie per una gestione equa ed efficace delle risorse idriche.
Il carattere cruciale della regolazione del settore idrico implicherà la necessità di definire procedure e ruoli autoritativi che, nel rispetto dei processi democratici e dei principi di trasparenza, garantiranno il coinvolgimento delle comunità territoriali.
In ogni caso, ogni stato dovrà procedere all'estrazione d'acqua da corpi idrici superficiali e sotteranei secondo i parametri di sostenibilità e favorendo il ricorso a fonti idriche alternative.
Tutti i soggetti dovranno avere il diritto a fruire della risorsa idrica, anche i meno abbienti. Per consentire tale fruizione occorrerà istituire un apposito Fondo nazionale di solidarietà, regolato e gestito dall'Autorità Nazionale dell'Acqua. Sempre "al fine di garantire un più equo approvvigionamento idrico globale gli Stati promuoveranno forme di investimento funzionali a tale scopo".
Per le controversie in tema di diritto all'acqua, gli Stati sovrani istituiranno su base convenzionale, la Corte Internazionale dell'Acqua, ovvero un'autorità di giustizia autonoma e indipendente, con competenza a indirizzare le controversie interne relative al diritto umano all'acqua verso soluzioni eque e sostenibili.