Di Agostino La Rana su Martedì, 26 Maggio 2020
Categoria: Diritto e cinema

Cinema Forense - Shall we dance?

 Vi sottopongo un test. Provate a immaginare un tipico avvocato americano. Bene, ora immaginate la città nella quale egli lavora: quale città vi viene in mente? Sono certo che risponderete New York, la città nella quale è ambientato L'avvocato del diavolo, oppure Philadelphia, la città dell'omonimo film.

In realtà, la città americana maggiormente legata alla figura dell'avvocato nel cinema e nella letteratura è Chicago. La metropoli dell'Illinois, oggi nota soprattutto come città adottiva dell'avvocato (futuro senatore e poi presidente) Barack Obama, è stata lo scenario di molti film che hanno per protagonisti avvocati: tre dei quattro film nei quali Richard Gere ha interpretato il ruolo dell'avvocato (tutti meno L'angolo rosso), Music box e Presunto innocente. Tra l'altro quest'ultimo film presenta un nesso con Shall we dance?, perché l'autore del romanzo da cui è tratto, l'avvocato penalista (ex magistrato) Scott Turow, lo scrisse viaggiando da pendolare sulla metropolitana di Chicago, vale a dire lo stesso mezzo di trasporto utilizzato da John Clark (l'avvocato protagonista di Shall we dance?) per recarsi in ufficio. Ma, soprattutto, Chicago è legata alla storia dell'avvocatura grazie a Edgar Lee Masters, l'autore della Antologia di Spoon River, un classico della letteratura americana. Masters non solo era avvocato, ma era figlio di un avvocato, sposò la figlia di un avvocato, con la quale generò tre figli, di cui due seguirono le orme paterne. Il fiume Spoon si trova in Illinois, a sud-ovest di Chicago.

 Ma torniamo all'avvocato John Clark. Si occupa di successioni ereditarie (ricordiamo che negli Stati Uniti non esiste la figura del notaio) ed è sposato con una commerciante interpretata da Susan Sarandon, già interprete dell'avvocato di un minore (testimone di giustizia) ne Il cliente (USA, 1994).

 John Clark è il classico esponente della buona borghesia: appagato da una tranquilla vita familiare e da un buon lavoro, tuttavia non è felice. Eppure si sente infelice perché "La maggior parte degli uomini vive una vita di profonda disperazione, forse la disperazione non può più essere silenziosa". Questo disperato silenzio è la routine quotidiana (che genera noia e/o depressione), che oggi avvocato conosce e che ogni avvocato cerca di rompere: John Clark ci riuscirà scoprendo una nuova passione (il ballo) e conoscendo nuove persone, accomunate da uno smisurato amore per la vita.

Il tema della routine quotidiana e della sua rottura è un tema di riflessione fondamentale per ogni avvocato ed è il tema che, nel mio piccolo, ho trattato nel mio romanzo L'onorario (Napoli, 2014).

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