Regista del primo film (Furia, ndr) fu quel Fritz Lang che poi diresse anche il già citato L'alibi era perfetto, protagonista è un modesto lavoratore (il ruolo dell'avvocato è del tutto trascurabile) interpretato da Spencer Tracy, che poi effettivamente indosserà i panni di un avvocato ne La costola di Adamo. Nel secondo film, invece, (Il momento di uccidere, ndr) il protagonista è un avvocato, interpretato da Mattew McConaughey alla sua prima (su tre complessive) interpretazione nel ruolo di un avvocato.
Abbiamo accostato questi due film perché offrono i medesimi spunti di riflessione per avvocati: il condizionamento ambientale (la pressione dell'opinione pubblica e non solo) su un processo penale, in funzione tendenzialmente colpevolista e la differenza tra giustizia e vendetta.
Il primo tema è (purtroppo) sempre attuale; i codificatori lo hanno risolto con l'istituto della legittima suspicione (legittimo sospetto), con il quale, sussistendo un fondato dubbio sull'effettiva imparzialità del tribunale competente per territorio, il processo viene rimesso (assegnato) a un giudice che non è competente territorialmente in base alle regole ordinarie.
Il codice di procedura penale prevede quest'istituto all'art. 45 e seguenti, modificato dalla legge 7 novembre 2002, n. 248 (legge Cirami).
Il ricorso a quest'istituto è piuttosto raro ed è avvenuto in casi famosi, come quello del processo per la strage di Piazza Fontana a Milano.
Il momento di uccidere è un film che assomiglia a Il buio oltre la siepe e con un cast di attori ricorrente nel cinema forense, che accentua il secondo spunto di riflessione: la differenza tra giustizia e vendetta.
L'arringa dell'avvocato (la migliore nella storia del cinema forense) è preceduta-ispirata da due scene: il colloquio dell'avvocato con la moglie e quello con il suo assistito, sul tema, poi sublimato nell'arringa, del diritto alla vendetta privata come strumento di giustizia sostanziale. Il contrario di quello che sostengono le due culture che hanno plasmato l'Occidente, il cristianesimo e l'illuminismo, che hanno eliminato dal vocabolario la parola vendetta, sostituendola rispettivamente con perdono e tolleranza.