Di Piero Gurrieri su Giovedì, 10 Marzo 2022
Categoria: Diario di questi anni di Pietro Gurrieri

Cessate il fuoco! Un compromesso possibile

 Il ricorso alle armi non è mai la strada per costruire la pace: non lo è sotto il profilo etico, non lo è in una situazione in cui l'oggettivo squilibrio militare tra le parti in campo, la minaccia del ricorso al nucleare da parte della Russia, l'orgogliosa e legittima resistenza del popolo ucraino di fronte ad una ingiustificabile aggressione, rischiano di causare una escalation incontrollata e incontrollabile del conflitto, un suo potenziale allargamento, decine di migliaia di morti da entrambe le parti, inaudite sofferenze alle popolazioni per effetto di misure sanzionatorie che colpirebbero i più poveri, l'impoverimento globale per l'indisponibilità/riduzione di beni e risorse e i cicli inflattivi che ne conseguirebbero, con effetti nefasti anche per la credibilità e la tenuta delle democrazie occidentali.

 Tutti, a partire dalle superpotenze e alle Comunità europee e internazionali, sono responsabili dell'attuale situazione. Tutti sono quindi chiamati, con estrema urgenza, in prima persona, e senza delegare alle parti in guerra improbabili negoziati, a farsi diretti promotori di un "lodo" mediante il quale ottenere dalle parti belligeranti - il Governo della Russia e quello dell'Ucraina - la fine delle ostilità, e un accordo di pace globale con reciproche rinunce a egemonie economiche e militari, e nel riconoscimento della sovranità degli Stati. 

Penso che la stragrande maggioranza dei cittadini europei, di quelli ucraini e di quelli russi, come anche le èlites politiche, culturali e religiose condividano questa analisi e queste conclusioni, e siano persuase che non esista altra strada possibile e plausibile. Il tempo è ridotto, l'auspicio è quindi che si operi in fretta, con una iniziativa che potrebbe essere lanciata dal Governo Italiano, condivisa in sede europea e posta come base di un tavolo negoziale con Ucraina e Russia.

 Un "compromesso" che, previa una "tregua" e un "cessate il fuoco" nella regione, potrebbe essere definito su queste basi: 1) Riconoscinento che i Cittadini delle regioni Donetsk e Lugansk (attualmente facenti parte dell'Ucraina) possano decidere in autonomia, tramite la celebrazione di un referendum garantito da osservatori internazionali, la propria sorte (Ucraina, Russia, indipendenza); 2) Riconoscinento internazionale della Crimea come parte dello Stato federale russo (fin dal referendum del 16 marzo 2014); 3) Decisione espressa dal Parlamento Ucraino e certificata a livello internazionale e Nato, di neutralità dell'Ucraina, non ingresso come Stato membro Nato, libertà di accedere, come Stato membro, alla UE; 4) Idem come al punto 3) per gli altri Stati indipendenti ex PDV che non facciano già parte della Nato; 5) Intangibilità assoluta e riconoscimento dell'attuale governo ucraino. 6) Accordo-programma per regolare, in futuro, azioni e comportamenti nelle zone "cuscinetto".