Di Daniela Nazzaro su Domenica, 20 Ottobre 2019
Categoria: Legge e Diritto

Da Cassa Forense diffide a raffica, ma se pensano di intimorirci sbagliano. La nostra replica

Cari Colleghi, come qualcuno già saprà, il giornale ha ricevuto la formale diffida da parte del Presidente di Cassa Forense Avv. Nunzio Luciano a rimuovere il mio articolo del 05.10.2019, relativo alla pensione di 310 euro erogata al Collega Purchiaroni. 

Nella diffida il Presidente si riserva di agire per il risarcimento di "ingenti danni" e di "assumere ogni iniziativa opportuna anche nei confronti dell'autrice", giacché l'articolo riporterebbe una notizia "totalmente infondata, nonché fuorviante" e sarebbe "denigratorio sia nei concetti espressi che nelle espressioni – quale quella di spoliazione pensionistica". 

Tali accuse sono state variamente ribadite anche sui social, senza riscuotere particolare consenso, a fronte, invece, di un articolo che ha superato le 1000 condivisioni. 

Per ogni Vs libera valutazione Vi alleghiamo sia la diffida del Presidente che l'articolo "incriminato", ribadendo che non abbiamo alcuna intenzione di rimuoverlo, ma anzi, respingiamo sia le accuse che i metodi del Presidente, per le ragioni che si espongono. 

Da 3 anni collaboro con la redazione del giornale RandoGurrieri - Reti di Giustizia, ricevendo ed argomentando le segnalazioni dei Colleghi di tutti i Fori circa le irregolarità che si verificano all'interno del nostro sistema giudiziario e forense, ai danni della nostra funzione. La maggior parte delle segnalazioni hanno riguardato il nostro sistema previdenziale e assistenziale, che, piaccia o meno al Presidente di CF, è sicuramente il più inviso: le cartelle esattoriali, i rigetti delle domande di assistenza, l'obbligatorietà dei contributi minimi non proporzionali al reddito, i bandi del welfare attivo, le indennità dei delegati, le spese per consulenze varie, le pensioni basse.

Grazie alla visibilità del portale (12 milioni di visite all'anno) le testimonianze raccolte hanno contributo a creare una maggiore consapevolezza della nostra condizione reale, ma talvolta hanno anche determinato pressioni, intimidazioni e tentativi di limitare la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero (qualcuno vorrebbe sostenere che una notizia non possa essere commentata.)

 Anche il Presidente di CF ci ha già diffidati qualche mese fa, chiedendo di rimuovere il logo di CF da un articolo. Tale richiesta è stata inserita anche all'interno dell'odierna diffida che la richiama. Dunque è vietato pubblicare le delibere di CF per una tutela del logo? E come potremmo provare che una notizia è vera? E come si potrebbe conciliare questo divieto con l'obbligo di Trasparenza?
A suo tempo preferimmo ritirare il logo di CF dall'articolo, anche se alla nostra richiesta di visionarne i diritti di proprietà non fu dato riscontro alcuno, ma stavolta abbiamo deciso di informare gli iscritti, perché la diffida in questi termini ci appare intimidatoria e perché abbiamo il sospetto, confermato da alcuni Colleghi, che le "minacce" di azioni ed esposti stiano diventando uno strumento per ridurre il dissenso e punire la critica politica, usando il ruolo apicale al fine di imporre un mood di autoreferenzialità, invece di ricoprirlo per spirito di servizio.
Vi invitiamo dunque a valutare autonomamente se tale diffida sia fondata e circostanziata a determinati fatti e dati meritevoli di rettifica, ovvero se sia generica e pretestuosa nell'accusa di avere pubblicato una notizia "totalmente infondata". Ed, altresì, vi invitiamo a valutare se non sarebbe stato più consono ed opportuno che un rappresentante promuovesse il confronto e il chiarimento, ovvero indicasse semplicemente il dato errato, piuttosto che diffidare!
Certo è che la notizia non è "totalmente infondata", essendo stata allegata la delibera di CF, riportante i dati relativi alla "posizione contributiva e previdenziale" del Collega Purchiaroni: la Giunta Esecutiva "vista la regolarità della documentazione ha deliberato di ammetterLa alla pensione di vecchiaia, a decorrere dal 01.02.2019, con l'importo mensile lordo di euro 416,88 ".

 Questa notizia è certamente allarmante, ma è vera! Se poi sia anche "denigratoria" e produttiva di "ingenti danni" non siamo certo noi che l'abbiamo pubblicata a doverne rispondere, ma semmai chi si è reso responsabile di dare pensioni miserabili agli Avvocati in regola coi versamenti!
Qualora poi il Presidente abbia inteso riferirsi, nella sua accusa di falso, al dato relativo ai "circa 150.000 di versamenti", sappia che il giornale ha acquisito una apposita dichiarazione scritta del Collega Purchiaroni e sappia, altresì, che è ben possibile contestare i conteggi "datoriali" e pervenire a diversi totali relativi alle somme versate, utilizzando diversi criteri di calcolo della rivalutazione e del montante (ed eventualmente degli interessi, anche bancari..). Dunque sarebbe questa dei versamenti la notizia falsa!?
Riporto in proposito un'acuta osservazione dell'ex Presidente di Cassa Forense Avv. Paolo Rosa, che ben possiamo considerare uno dei massimi esperti di previdenza forense: "La capitalizzazione del montante, per le Casse che hanno un patrimonio, dovrebbe essere fatta sulla media quinquennale non del PIL nazionale, ma del rendimento conseguito dal patrimonio delle Casse, che è formato dai montanti individuali. Diversamente, a fronte di un PIL nazionale negativo, si potrebbe avere una svalutazione del montante, quando magari l'Ente ha invece conseguito un rendimento positivo." In pratica il criterio della 335/95 non può essere applicato alle Casse con un patrimonio investito, altrimenti possiamo avere un montante svalutato, nonostante i rendimenti positivi conseguiti da CF. Continua l'ex Presidente: "Ricordo, altresì, sempre a mio giudizio, che nel sistema di calcolo contributivo, nel montante deve essere calcolato anche il contributo integrativo, perché ha natura previdenziale e non solidaristica."
Queste contestazioni diventano sempre più necessarie perché la pensione contributiva non è più residuale, ma diffusa. Noi oggi andiamo in pensione con la metà della media di tutti i redditi, diversamente da un passato privilegiato, in cui venivano presi in considerazione solo i migliori redditi degli ultimi anni ed erogate pensioni superiori ai versamenti. Per ovviare a questo gap si sono cambiate le regole in corsa, ai danni dei nuovi pensionati. Da qui la mia espressione "spoliazione pensionistica" che per il Presidente sarebbe denigratoria, ma che, in verità, è ricavata dalla teoria della "spoliazione legale" dell' economista Frederic Bastiat..
A questo punto, perché chiedere la rimozione di tutto l'articolo, in luogo di una indicazione di rettifica ben precisa? In verità, l'articolo ha denunciato una serie di fatti ben più gravi della somma versata dal Purchiaroni (somma peraltro irrilevante, in presenza di una attestazione di regolarità) e sono questi, a mio avviso, che si vorrebbero rimuovere mediante la rimozione dell'articolo:
- una Cassa privata ha usufruito della forza e delle risorse del riscossore Equitalia riservato agli Enti pubblici;
- in bilancio sono presenti circa 1 miliardo di contributi non pagati e 20 mila "fantasmi" che non inviano neppure il mod. 5;
- una Cassa privata detiene il monopolio della previdenza forense, quando anche l' INPS, le assicurazioni, gli intermediari finanziari e i fondi pensione dovrebbero poter entrare nel "mercato" della previdenza dei professionisti, giacché solo la liberalizzazione e la concorrenza potranno garantire contributi più bassi e prestazioni più alte, offrendo la possibilità a ciascun iscritto di costruirsi il proprio pacchetto in base alle proprie esigenze familiari, profilo di rischio, aspettative di vita, stato di salute;
- gli iscritti oltre il 40mo anno di età versano i contributi senza alcuna speranza di raggiungere i requisiti per la pensione (ed i contributi non sono più ripetibili);
- la pensione integrativa minima indicata nel regolamento di CF è LORDA, dunque al netto ben può essere uguale, se non addirittura inferiore, all'assegno sociale INPS erogato anche a chi non abbia versato nulla;
- quasi tutto il patrimonio di 11 miliardi è investito, esponendo la previdenza di primo pilastro e i nostri diritti indisponibili al rischio mercato, valuta, quote, volatilità, cambio, stabilità politica; ciò è accaduto in assenza di un regolamento investimenti, di cui la Covip sollecita da tempo la pubblicazione in GU, quindi chi subirà gli "ingenti danni" di eventuali rendimenti negativi? Cassa, il Presidente o gli iscritti?;
- e veniamo, infine alla solidarietà, quella che non va nel montante: il contributo di maternità è aumentato del 40% pur non corrispondendo ad un aumento delle tutele e, la Cassazione n. 31875 del 10 dicembre 2019, richiamando una Sent. della Consulta n. 173/2016 ha stabilito che il contributo di solidarietà versato dai redditi superiori ai 98mila rientra nel genus delle prestazioni patrimoniali ex art. 23 Cost., per cui dovrebbe essere imposto solo dalla legge e non da CF! Ciò significa che detto contributo di solidarietà versato dai redditi alti è incostituzionale e ben potrebbe esserne richiesta la restituzione per centinaia di milioni di euro. E' questo l'ingente danno per CF?
Ecco qui l'articolo diffidato
https://www.avvocatirandogurrieri.it/leggi-e-diritto/310-euro-la-pensione-di-un-avvocato-di-67-anni-cassa-forense-va-chiusa