Di Piero Gurrieri su Sabato, 02 Aprile 2022
Categoria: Editoriali

Carol, perdonaci

 Carol Maltesi era una donna giovane, appena 26 anni. Un bambino e una vita davanti a lei.

Tutto finito, per mano di un uomo, il bancario Davide Fontana, che l'ha massacrata. Non si era rassegnato al proposito di lei di lasciarlo.

In questi giorni, attorno a questa tristissima vicenda sono stati versati fiumi di inchiostro, in una sorta di rincorsa macabro mediatica che, a mio avviso, non fa onore alla professione giornalistica e alla reputazione di storiche testate. Come accaduto anche nel caso della preside di un liceo - vittima di un esecrabile, gratuito e diffamatorio linciaggio mediatico - e della mamma del bambino-Batman, messa alla gogna semplicemente perchè quella notte dormiva, invece di far la sentinella davanti l'uscio di casa.

 Sulla vicenda di Carol, Iacopo Melio ha scritto parole verissime: "Il suo lavoro, un suo eventuale nome d'arte e le sue passioni non devono interessarci: ogni scelta personale della ragazza deve restare sua e lecitamente sua. Ogni ulteriore raccapricciante dettaglio rimane inutile e superfluo. Sospendiamo il giudizio, almeno adesso, e soprattutto smettiamo di dare spazio al voyeurismo della morte con narrazioni atroci, ancora una volta uscite senza perdere tempo, calpestando la dignità di una persona che voleva solo vivere la sua vita liberamente, fidandosi del prossimo".

 Come condivido quanto affermato stamane, a proposito di queste tre vicende da Massimo Gramellini ("Cinque minuti d'odio"): "Non intendo stilare classifiche di insensibilità e saccenteria nelle quali mi toccherebbe inserire spesso anche il mio nome. Voglio solo porgere le scuse a quelle tre donne, benché una di loro non possa più sentirle. Ci crediamo evoluti, invece restiamo dominati dai pregiudizi e, per sentirci migliori, dobbiamo ricordare di continuo agli altri che sono peggiori".

Porgo anch'io le mie scuse, da giornalista e direttore, e non solo a loro ma a tutte le donne, anche a nome di chi non l'ha fatto e non lo farà mai.