Di Piero Gurrieri su Sabato, 16 Aprile 2022
Categoria: Come oggi, memoria e cronaca dei nostri giorni

Carlo Acutis e l'autostrada del Giovedì Santo

 Lui è Carlo, che tutto avrebbe potuto essere e tutto fare nella vita. Bello, un fisico prestante, un carattere aperto, sempre gioioso. Italianissimo ma nato a Londra, i suoi, una famiglia top del mondo della finanza, il nonno un illustre avvocato tributarista, si trovavano nella metropoli britannica per affari. Per lui, papà e mamma pensano ad un futuro radioso. Le più prestigiose scuole a Milano, il liceo classico. Carlo studia come un matto, è il primo della classe, neppure l'informatica ha più segreti per lui, nel frattempo fa gruppo con i compagni. L'essere presente e far sentire l'altro presente, questa è l'amicizia, scrive nel suo diario.

 Carlo, fin da piccolo, ha scelto Dio o da Lui è stato scelto. Un innamorato delle cose celesti e del suo prossimo, nei momenti liberi gioca al calcio, scala una montagna, poi corre a fare il catechista per i piccoli, parla loro di Dio, trasmette emozione. Anche il domestico di casa Acutis, un bramino indiano, ne è conquistato, si lascia tutto alle spalle, diventa cristiano. La bestia è dietro l'angolo, Carlo un giorno si sente male, sempre più. I controlli, i migliori medici, il responso, è leucemia, montagna troppo alta da scalare. Papà e mamma sprofondano nel dolore, Carlo lui no, affronta la malattia con il sorriso, mai un lamento, la paura non sa cosa sia. Torna fin che può nella "sua" Assisi, Francesco è più che un esempio. Io da qui non uscirò vivo ma ti darò tanti altri figli, dice alla mamma, lei lo guarda esterrefatta e non sa cosa rispondergli.

 Viene il suo tempo, è il 12 ottobre 2006, Carlo Acutis ha appena 15 anni. Guardatemi, muoio felice, perché non ho mai sprecato un solo minuto della mia vita in cose lontane da Dio. Sono i giorni del pianto ma la mamma comincia a fare sogni strani, tra questi Francesco. Sii serena, le dice, il tuo Carlo è molto in alto, e continua a salire. Si apre un varco nel diaframma tra le cose celesti e la terra, qualcuno parla. Pensando, pregando Carlo sono guarito da un male, era incurabile, per i medici non c'è spiegazione. 10 ottobre 2021, Carlo è beato anche per la Chiesa ad opera di Papa Francesco, in Assisi, il suo corpo di bambino rimarrà lì per sempre, alla chiesetta della spoliazione, nel luogo in cui Francesco si liberò dei vestiti e di ogni cosa. C'erano il papà e la mamma, lacrime di gioia. Ci sono andato anch'io, ho respirato il profumo delle rose, e ricordato quella sua espressione: "Tutti nasciamo originali, che nessuno sia costretto a morire da fotocopia." Quella da cui Carlo partì per prendere la sua autostrada verso il Cielo, quella di cui oggi, Giovedì Santo, ci ricordiamo in molti. Che da lì, da quel Cielo, aiuti tutti i bambini messi in scacco dalla guerra, perchè siano liberati da ogni male.