Di Giuseppe Caravita su Martedì, 13 Marzo 2018
Categoria: Giuseppe Caravita: uno di duecentocinquantamila

Cammino da una vita ed eccomi all´ultimo corridoio. Caravita e un immenso colloquio con l´anima

Immenso. Tu il tuo colloquio con l´anima, in questo imbrunire che prelude all´alba, nel quale ti ritroverai faccia a faccia con il tuo amore. Giuseppe Caravita di Toritto, Collega ed Amico, nostro compagno di viaggio in questa straordinaria avventura chiamata vita, Ti vogliamo bene e Ti diciamo grazie per questi tuoi bellissimi versi che ci hai donato:
"Ho camminato così tanto che mi sembra di poter dire che sto camminando da una vita. Ho cantato giù per le discese, ho tenuto il respiro con i denti su per le salite, ho avuto freddo, ho avuto caldo, ho avuto tanti compagni di strada, ho avuto paura di non arrivare, ho avuto voglia di non arrivare.
Dietro ogni curva ho visto spuntare un´altra curva, e in cima a una salita ho visto tanta altra strada da fare. Ho camminato, e ho riposato all´ombra degli alberi dalle grandi chiome, e mi sono dissetato alle fonti canterine di acqua pura e cristallina. Ho camminato, e nelle notti buie ho avuto paura, e quando è sorto il sole ho ripreso il cammino.
Ora sono qui: sono entrato nell´ultimo corridoio. E´ lungo, molto lungo, ma ogni passo mi avvicina a quella porta in fondo. Vicino alla porta c´è qualcuno seduto su uno sgabello. Ha un grande quaderno in mano, e scrive. Ogni tanto alza lo sguardo, e cerca i miei occhi. Ogni volta che alzo gli occhi lo vedo diverso. Ora è un bambino, ora è un ragazzo. Poi è un uomo adulto, poi torna ad essere un ragazzo.
Ride, sorride, gli scorrono le lacrime sulle guance. E scrive. Quanto è lungo questo corridoio...ogni passo che mi avvicina alla porta mi avvicina anche a quella persona seduta sullo sgabello, che mi sembra sempre più familiare. Perché? Eccomi, sono proprio di fronte a lui, e vedo un uomo pieno di rughe, con una faccia vecchia e gli occhi da ragazzo.
E´ il mio ritratto, anzi sono proprio io, di fronte a quella porta. Io/lui chiude il quaderno e ripone la penna. "Ti stavo aspettando, andiamo...è andato tutto bene, stai sereno. Andiamo" Mi mette una mano sulla spalla, e un gran calore finalmente mi entra tutto dentro il corpo. "Questo tienilo tu" e mi mette in mano il quaderno. Apre la porta, e una gran luce mi avvolge, insieme a un brusio come di voci, e poi improvvisamente il silenzio, come se stessero aspettando il nostro ingresso.
Io e lui, lui ed io facciamo un passo avanti. Prima di entrare, però, guardo la copertina del quaderno. Sopra c´è scritto: "Giuseppe Caravita di Toritto, azioni ed omissioni, cose belle e cose brutte. Resoconto"

Andiamo avanti. Continuiamo a camminare. Che il nostro resoconto sia pieno di gesti consapevoli. Che la nostra vita sia piena di cose da raccontare. Che il nostro "io" che ci aspetta in fondo al corridoio ci possa consegnare un quaderno pieno di cose, pagine scritte in bella grafia e pagine piene di correzioni. Pagine macchiate di cibo e allegria, e pagine bagnate di lacrime e nostalgia. Tutto va bene, meno che un quaderno di poche misere pagine vuote e ordinate".
Avvocato Giuseppe Caravita