Di Giuseppe Caravita su Sabato, 31 Marzo 2018
Categoria: Giuseppe Caravita: uno di duecentocinquantamila

Buona Pasqua, amici miei, continuiamo a portare la Toga nel cuore.

Quando parlo degli avvocati, non parlo di titoli, parlo di sentimenti, di modi di essere, di carichi di pensieri, di stanchezza fisica e mentale, di lunghi discorsi in solitudine con se stessi, di sorrisi che non si vedono più. Parlo di uomini e donne che hanno fatto i corsari nei Tribunali: non pirati, corsari. Come il Corsaro Nero. Parlo di uomini e donne che per anni hanno incrociato le lame con correttezza ed empatia. Parlo del "mio" mondo, ormai lontano. E parlo della chiara, netta sensazione, piantata come una lama nello stomaco, che alla parola "diritto" sia stata sostituita la parola "denaro".

E tutto quello che ho sognato, inseguito, desiderato, sperato, si è disciolto come neve al sole. Ma è un sole pallido, malato, e la neve invece è bianca e pura.
Buon lavoro, amici miei. Le case sulle scogliere sono nei miei sogni, cioè nei sogni di uno che ha creduto a tutto quello che gli hanno detto, che ha fatto un sacco di fesserie, che sa perfettamente che le cose buone che ha fatto sono nel dimenticatoio, che le cose cattive che ha fatto sono lì, che gli puntano il dito addosso.
Non ho beni al sole, se non la mia testa e questo lavoro che non esiste più. E la salute, che grazie a Dio non manca.
Ma in questo turbinio di riforme insulse, di rinvii, di Tribunali senza carta per le fotocopie, senza spille per le spillatrici, dobbiamo ricordarci tutti che avvocato è colui che sa ascoltare, che sa compatire, che sa sospendere il giudizio, che conosce le strade tecniche e quelle del cuore, che sa essere duro senza essere spietato.
Non ci sono vestiti gessati e tailleur eleganti che tengano: un avvocato vero porta la sua professione nel cuore e nella testa, anche quando è povero.
E fino a quando questo equilibrio regge, è un miracolo irripetibile.
Buon lavoro a tutti. Buona Pasqua di Resurrezione!
 
Giuseppe Caravita di Toritto
Avvocato, uno dei tanti, uno dei troppi