Bocciata studentessa iscritta al secondo anno di una scuola secondaria di primo grado, con una pagella quasi esemplare, ma, con 342 ore di assenza rispetto alle 282 massime consentite.
La madre nell'anno 2021 aveva avvisato l'istituto scolastico delle vessazioni subite dalla figlia. Nel primo quadrimestre aveva una media dell'8,9. Ma i compagni le hanno reso la vita impossibile. Da qui i troppi giorni senza entrare in classe ed a giugno la bocciatura. Ma i giudici ordinano un nuovo scrutinio ed il Tar della Sardegna stabilisce l'illegittimità della decisione riammettendo la ragazza alla terza media.
Da una disamina della vicenda emerge infatti che le assenze della ragazza erano dovute ad una situazione di disagio causata dai soprusi subiti dalla stessa da parte della sue compagne.
La madre aveva spiegato alla scuola la situazione che viveva la figlia e presentato gli oltre trecento messaggi ricevuti dalla ragazza da parte delle studentesse della scuola.
Le assenze, afferma difatti il tribunale, erano giustificate da una serie di malesseri psicosomatici come stati d'ansia, dolori allo stomaco, alla testa, difficoltà di respirazione, in realtà causati non da una malattia ma dagli atteggiamenti ostili e bullizzanti da parte di alcune delle altre alunne.
Secondo la sentenza dei giudici del Tar di Sardegna "al momento della valutazione finale il Consiglio di classe disponeva anche della valutazione psicodiagnostica del distretto socio sanitario che aveva evidenziato un quadro di sensibilità della ragazza ben compatibile con i lamentati disagi conseguenti a un non agevole inserimento nella classe".
Tali disagi erano stati più volte denunciati dai genitori della giovane alle autorità scolastiche, senza che queste segnalazioni, si legge ancora nella sentenza, portassero "ad alcun intervento della scuola per porre fine a detta situazione".
Secondo i giudici, i responsabili dell'istituto avrebbero potuto valutare una deroga "ad personam" del limite massimo di assenze consentito, proprio in ragione del disagio vissuto della ragazza, o comunque procedere a una valutazione del suo livello di preparazione.
Al contrario si era privilegiata la via della rigidità ed i genitori dell'adolescente promuovono pertanto ricorso.
Nello specifico, il tribunale ha ordinato l'iscrizione dell'alunna alla terza media, e la convocazione di un nuovo consiglio di classe, entro quindici giorni dalla pubblicazione della sentenza, per una nuova valutazione della ragazza.
Ed è sempre in Sardegna che la regione ha previsto lo stanziamento di circa 300 mila euro fino all'anno 2024 per sensibilizzare contro il bullismo e per lo svolgimento di progetti contrasto.
E' difatti una certezza che insulti, prevaricazioni, violenze ed i casi di cyberbullismo, possono portare sofferenza, disagio, danni fisici e, perfino, la morte, quando la vittima, spesso sola, non riesce più a sostenere il peso delle umiliazioni.
Questo nuovo strumento legislativo punta ad aiutare e supportare finanziariamente enti e istituzioni, come la scuola, per combattere questi fenomeni.
Oggetto dei finanziamenti regionali saranno, prima di tutto, campagne informative e corsi di formazione per sensibilizzare sulle gravi conseguenze del bullismo e del cyberbullismo e sull'uso consapevole del web e dei social media.
Saranno sostenuti progetti di carattere culturale, sociale, ricreativo e sportivo di educazione alla legalità, al rispetto delle diversità, con particolare riguardo alle scelte di carattere sessuale e di educazione all'affettività.
Incentivi anche alle azioni di sostegno psicologico e pedagogico a favore delle giovani vittime, di recupero degli autori e degli spettatori e supporto alle famiglie di appartenenza attraverso figure professionali competenti.