Di Rosalba Sblendorio su Venerdì, 04 Febbraio 2022
Categoria: Deontologia Forense 2019-2021

Avvocati: quando la richiesta di pagamento del compenso diventa un illecito deontologico?

Il diritto al compenso dell'avvocato

Quando si parla della professione forense, la questione del diritto al compenso dell'avvocato è sempre un argomento che fa discutere. Sebbene all'avvocato sia consentito chiedere, nel corso del rapporto professionale, la corresponsione di anticipi, ragguagliati alle spese sostenute e da sostenere, nonché di acconti sul compenso, per tale diritto sussistono dei limiti. In buona sostanza:

La violazione dei doveri in esame costituisce un comportamento rilevante dal punto di vista deontologico.

Nel caso in cui, poi, il cliente sia stato ammesso al gratuito patrocino, l'avvocato nominato e iscritto negli appositi elenchi non deve chiedere, né percepire dalla parte assistita o da terzi, a qualunque titolo, compensi o rimborsi diversi da quelli previsti dalla legge che disciplina il gratuito patrocino. La violazione di tale dovere costituisce un illecito e «comporta l'applicazione della sanzione disciplinare della sospensione dall'esercizio dell'attività professionale da sei mesi a un anno». 

La richiesta del compenso nella prassi

È stato ritenuto che:

Note

[1] Art. 29 Codice deontologico forense:

«1. L'avvocato, nel corso del rapporto professionale, può chiedere la corresponsione di anticipi, ragguagliati alle spese sostenute e da sostenere, nonché di acconti sul compenso, commisurati alla quantità e complessità delle prestazioni richieste per l'espletamento dell'incarico. 2. L'avvocato deve tenere la contabilità delle spese sostenute e degli acconti ricevuti e deve consegnare, a richiesta del cliente, la relativa nota dettagliata. 3. L'avvocato deve emettere il prescritto documento fiscale per ogni pagamento ricevuto. 4. L'avvocato non deve richiedere compensi o acconti manifestamente sproporzionati all'attività svolta o da svolgere. 5. L'avvocato, in caso di mancato pagamento da parte del cliente, non deve richiedere un compenso maggiore di quello già indicato, salvo ne abbia fatta riserva. 6. L'avvocato non deve subordinare al riconoscimento di propri diritti, o all'esecuzione di prestazioni particolari da parte del cliente, il versamento a questi delle somme riscosse per suo conto. 7. L'avvocato non deve subordinare l'esecuzione di propri adempimenti professionali al riconoscimento del diritto a trattenere parte delle somme riscosse per conto del cliente o della parte assistita».