Di Paola Mastrantonio su Sabato, 22 Aprile 2023
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

Artem Uss, braccialetto elettronico e pericolo di fuga.

Il 22 marzo scorso, intorno alle 14.00, Artem Uss, il figlio del governatore della regione siberiana di Krasnojarsk Alexander Uss - agli arresti domiciliari con l'accusa di frode bancaria, violazione dell'embargo contro il Venezuela, contrabbando di petrolio verso Cina e Russia, riciclaggio di denaro ed esportazione illegale di tecnologia militare sensibile di doppio uso dagli Stati Uniti alla Russia - dopo aver lanciato un segnale di disturbo al priprio braccialetto elettronico, è fuggito dall'abitazione in cui stava eseguendo la misura cautelare, a Borgo Vione, Basiglio.

Uss era stato arrestato l6 ottobre 2022 (giorno immediatamente successivo alla richiesta di estradizione comunicata dal governo statunitense al dipartimento degli affari di giustizia) all'aeroporto di Milano, qualche istante prima che si imbarcasse sul volo per Instambul.

Intervenuta per convalidare l'arresto, la corte d'appello, nel provvedimento del 18 ottobre 2022, affermava: "sussistono le condizioni per convalidare l'arresto, stante la gravità del reato, che denota rilevante pericolosità sociale, e il concreto pericolo di fuga, reso evidente dal fatto che il predetto veniva fermato dal personale di polizia durante i controlli di sicurezza dell'aeroporto dove era in partenza per Istanbul con un volo dall'Italia insieme alla propria compagna, nonché dagli appoggi internazionali del prevenuto che gli hanno consentito di allontanarsi dal luogo di commissione del reato e di soggiornare all'estero, dall'assenza di una fissa dimora in Italia e dall'entità della pena che l'imputato sarebbe chiamato a scontare se fosse ritenuto responsabile". 

Uss, tramite il proprio difensore, inoltrava una richiesta di sostituzione della misura in carcere con gli arresti domiciliari corredati dal braccialetto elettronico.

Con un'ampia ed articolata motivazione, la procura generale presso la corte d'appello, presentava parere sfavorevole alla richiesta di sostituzione della misura.

In estrema sintesi, secondo la procura generale, le elevatissime disponibilità finanziarie e i rapporti illeciti intercorrenti con complici di livello internazionale, avrebbero consentito all'Uss di darsi alla fuga nonostante il braccialetto elettronico.

Il 25 novembre 2022 la Corte d'appello di Milano - nonostante il parere sfavorevole della Procura generale e nonostante le continue osservazioni del dipartimento della giustizia degli stati uniti sulla pericolosità dell'estradando - in accoglimento dell'istanza avanzata dalla difesa del cittadino russo, concedeva la sostituzione della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari corredata dell'applicazione del cosiddetto braccialetto elettronico.

Secondo la Corte d'appello di Milano, l'istanza di sostituzione poteva essere accolta perché l'estradando aveva dimostrato di disporre di un'abitazione in Basilio e la moglie aveva fornito la disponibilità ad accogliere il predetto il regime di arresti domiciliari presso l'immobile all'uopo locato sempre in Basilio. 

Il 22 marzo del 2023, poche ore dopo che il Tribunale di Milano aveva concesso la sua estradizione negli Stati Uniti, Artem Uss fuggiva: l'ultimo contatto trasmesso dal suo braccialetto elettronico risulta essere delle 13:52.

La fuga del magnate russo, ha scatenato non solo un'accesa contesa politica, ma anche un duro scontro tra magistratura e ministero della giustizia, soprattutto dopo l'annuncio, durante l'audizione alla Camera del Guardasigilli, dell'avvio di una sanzione disciplinare nei confronti dei magistrati milanesi.

Secondo un comunicato diramato da magistratura democratica, la proposizione dell'azione disciplinare rappresenterebbe un'inedita, non consentita e pericolosa interferenza del Ministero nell'esercizio della giurisdizione.

Durante la sua audizione alla camera, il Ministro ha risposto a tali accuse ricordando che la competenza a svolgere le indagini sull'azione intrapresa è della procura generale, e non del ministero della giustizia.

Quanto, invece, alle illazioni sulla presunta intimidazione in atto, il guardasigilli ha replicato affermando che "se l'ordinamento consente o addirittura impone di accertare la conformità del comportamento dei magistrati alla normativa esistente, è dovere del ministero procedere con gli stessi criteri con cui i pubblici ministeri inviano informazioni di garanzia ai cittadini nei cui confronti svolgono le indagini, e così come nessuno può addebitare a un procuratore della Repubblica un intento intimidatorio nei confronti degli indagati, nessuno può permettersi di imputare al ministro una interferenza invasiva quando esercita le sue prerogative per verificare la conformità del comportamento dei magistrati ai doveri di dirigenza tra i quali campeggia il dovere di motivazione dei provvedimenti".

Polemiche a parte, il caso Artem Uss pone oggettivamente degli interrogativi irrisolti.

Per esempio, è inspiegabile come, nella valutazione sulla possibilità di fuga, non sia stata presa in considerazione l'alta probabilità che aveva Uss di procurarsi gli strumenti adatti a sabotare la funzionalità del braccialetto elettronico, considerato che è un imprenditore con società di vario genere in tutto il mondo, che smercia sofisticate tecnologie militari di contrabbando.

E' vero che ogni tipo di strumentazione, anche quella più complessa, presenta dei punti deboli; è vero che, con le sue potenzialità, Uss forse sarebbe potuto evadere anche dal carcere, ma mandare in tilt il sistema di sorveglianza di un intero istituto penitenziario, forse, per lui, sarebbe stato un po' più complicato che inviare un semplice segnale di interferenza ad un braccialetto elettronico. 

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