Di Piero Gurrieri su Venerdì, 05 Aprile 2019
Categoria: Cittadini: consumi, risparmi, credito, auto, soldi

Antitrust: "Notai non richiedano a chi vende casa dichiarazioni di conformità, non previste da legge"

Una importante pronuncia dell'Antitrust per bocciare una pratica arbitraria ed illegittima, in quanto assolutamente non contemplata dalla fonte primaria, l'unica che può regolare la materia. Una decisione attesa da decine di migliaia di consumatori, che all'atto di vendere l'immobile di proprietà si erano visti richiedere da alcuni notai - nella specie di Bologna e dell'Emilia-Romagna - una «dichiarazione tecnica di conformità catastale ed edilizia», vale a dire un elaborato Tecnico riassuntivo, dal punto di vista cronologico, della storia dell'immobile  dalla concessione edilizia in avanti. 

Un elaborato che era stato richiesto a quanto emergerebbe dall'istruttoria alla fine del 2017  dai notai in questione, e che avrebbe dovuto essere obbligatoriamente redatto da un professionista in possesso delle corrispondenti conoscenze tecniche, quindi un ingegnere, un architetto o ancora un geometra, con un costo minimo non inferiore a 400 euro, ma anche parecchio superiore essendo parametrato al valore e alla cubatura dell'immobile. Un balzello assolutamente non previsto dall'attuale normativa, ma necessario per la redazione degli atti in questione. Un documento che l'authority ha dichiarato non dovuto e che non può essere richiesto a chi vende l'immobile.

Nel protocollo d'intesa siglato nel giugno 2017 nella sede del consiglio del notariato bolognese si leggeva che i notai «hanno deliberato di promuovere e incentivare la dichiarazione di conformità catastale ed edilizia resa da un tecnico abilitato iscritto ad albo professionale, quale documento da fornirsi a corredo di ogni atto immobiliare a vantaggio di ogni atto immobiliare a vantaggio di tutti i soggetti coinvolti».

 Tale iniziativa — dice ora il Garante — non essendo  un mero recepimento di norme di legge ma configurandosi come autonoma,  si porrebbe in contrasto con i principi in materia di concorrenza nella misura in cui "codesto Consiglio Notarile non si limiti a consigliarne l'utilizzo, ma ne richieda obbligatoriamente l'adozione da parte dei notai con modalità attuative uniformi, in quanto tal modo verrebbe limitata l'autonomia dei singoli professionisti nel definire il livello qualitativo della propria prestazione". Il documento evidenza inoltre che "al fine di non incorrere in possibili violazioni della normativa antitrust è necessario che venga lasciata alla libera determinazione delle parti la definizione di tutti gli aspetti economici"