Di Alberto Pezzini su Sabato, 06 Ottobre 2018
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

"Altro che Terronia, canto quei luoghi tra cielo e mare che amo come i siciliani, e ad Ortigia conobbi Ettore Randazzo". Alberto Pezzini: "Del Sud i miei migliori amici"

 Ho letto un post su facebook che parla dell'accoglienza calorosa riservata dai Catanesi ad alcuni colleghi di Milano. 

Li hanno accuditi, asciugati (a Catania è venuto giù anche il cielo), rifocillati:insomma li hanno accolti come soltanto i siciliani sanno fare.
La mia memoria è andata subito via, giù, in Terronia, in quella Sicilia che amo da morire.
Vi feci anche un corso, di circa sei mesi, con Ettore Randazzo.
Titolo:Esame e controesame.
E' stato il corso più bello e completo che abbia mai frequentato in vita mia.
Ne ho visti tanti.
Ma come quello, mai.
Eravamo ad Ortigia, il cuore più nascosto di Siracusa.
Come dentro la polpa di un riccio.
Dentro una chiesa sconsacrata, almeno credo.
Tra cielo e mare, dove le pietre delle case e del Duomo si scaldano al sole.
Mangiavamo come dei e ogni tanto prendevamo anche un bagno in quel mare da bere.
Mica color del vino, come diceva Sciascia.
Lo conobbi lì, Ettore Randazzo.
Era un signore con i capelli bianchi e un sorriso sempre aperto. A tutti.
Si stupì un poco che venissimo da Sanremo a frequentare il suo corso.
Ne valeva la pena.
Era un avvocato con i coglioni.
Non soltanto per la sua competenza costante, senza neanche una falla.
Nel periodo in cui assistetti alle sue lezioni imparai che la schiena di un avvocato deve sempre stare dritta.
Ben eretta, come si va a cavallo.
Narrò tantissimi aneddoti durante il suo corso. Randazzo ha fondato il LAPEC, dedicato allo studio - quasi scientifico - dell'esame e controesame.
Ha cooptato dentro la propria associazione magistrati e avvocati i quali hanno collaborato insieme.
A lui si deve una visione del processo dialettica.
Ascoltando le sue lezioni – e quelle di tutti i suoi colleghi a lui vicini per prossimità – ho imparato che in Italia quasi nessuno sa condurre un esame e un controesame come si dovrebbe.
Forse perchè non esiste – nel nostro codice – un articolo che ti dica quando fermarti.
Sono vietate le domande suggestive, quelle irrilevanti o superflue, ma non c'è una singola disposizione che ti dica:fermati, o combinerai un pasticcio.
Randazzo è morto poco tempo fa.
Ha scritto tantissimi libri ed amava i giovani.
Ha educato generazioni di colleghi che a lui si rivolgevano per un consiglio o quando sentivano che stavano veleggiando verso un guaio.
Era un comandante di mari procellosi, quelli in cui vince chi sa come prendere le onde più alte o quelle che si frangono prima delle altre per fare più male.
Non si negava al telefono.
Lo chiamai poco prima che morisse.
Gli avevo spedito una copia di Volevo fare l'avvocato.
Non ho mai capito se l'abbia letto meno.
Credo che gli scrivesse una legione di colleghi e quindi non avevo pretese.
Al telefono però avvertii una sua partecipazione sincera.
Era un uomo del Sud, caloroso come la sua terra. Per questo non mi sono stupito dell'accoglienza riservata da Catania ai Colleghi di Milano.
E' normale.
Per loro, per i Terroni (scrivo con la T maiuscola, come vedete, per rispetto).
Ettore era così, un uomo innamorato della semplicità e dell'avvocatura, e della scrittura.
L'ho sempre davanti agli occhi, in quelle mattine di sole mediterraneo.
In giacca e cravatta, con le Hogan ai piedi. Sembrava un ragazzo.
Tesseva ragionamenti precisi, nitidi, con una mimica delle mani essenziale.
Aveva una voce che scalava le marce e saliva di tono quando si accalorava per dire che noi avvocati non dobbiamo essere proni.
Mai.
Associo il sole di Ortigia al suo sorriso.
Se ci penso, li sento sempre scaldare.
Uno sulla pelle, e l'altro sotto, dove batte il cuore.
Tutto questo giro di parole per dire che i miei migliori amici sono terroni.
Ho un collega di Roma , Giorgio Lombardi, conosciuto su facebook (incredibile dictu).
Credo non abbia eguali in nobiltà d'animo neanche tra gli uomini dell'Ottocento.
E' un romano verace, dall'umanità infinita.
Anche Piero Gurrieri l'ho conosciuto grazie a facebook.
Non l'ho mai visto di persona ma mi sentirei di dargli le chiavi di casa (anche se mi promette sempre personali recensioni mirabolanti e poi non fa una mazza).
Il fatto è che i corsi da me seguiti al Nord hanno avuto una sola, irrimediabile sfiga:il fattore umano.
Mancavano sempre di quell'ingrediente segreto che Ettore Randazzo mi aveva sottilmente inoculato sotto pelle:l'empatia tra colleghi che imparano e insegnano.
All'ultimo corso frequentato a Milano per due anni consecutivi – per un titolo di specialista mai conseguito – mi sono reso conto che mi mancava più di tutto il calore umano della Sicilia.
Là non avrebbero mai permesso che una semplice assenza in più potesse compromettere due anni di corso.
In Sicilia si fa conversazione – come diceva Vittorini – ma a Milano no.
Che ci volete fare.