Un'altra storia ricordando i tempi di pandemia. Lui è Alessandro. Un taxista di Roma. Uno abituato a macinare chilometri. Per mestiere. In pieno lockdown Alessandro Bellantoni è partito. Da Roma a Vibo Valentia. Da un capo all'altro d'Italia. Autocertificazioni e documenti alla mano. Quand'è partito, si è detto non posso sbagliare nulla.
C'è chi a un certo punto decide di fare un viaggio per dare una svolta alla propria vita. Lui, Alessandro, ha fatto il viaggio della vita. Si è caricato, sul sedile di dietro una piccola bambina, appena 3 anni. Una tesorina malata di cancro. Alessandro, la nostra bimba ha una visita al Bambin Gesù, non abbiamo come fare. È urgente, non può aspettare, quelli come lei non possono. Signora, porterò io sua figlia, potrebbe essere la mia. Eccoli in auto, i chilometri, tanti. Non posso fermarmi, solo se hai da fare pipì. Ti racconto anche una favola. Ti addormenterai. Sentirai meno la strada.
hai fatto la visita amore torniamo indietro dalla mamma, dai tuoi. Eccola. Sorrisi, gioia. Mamma. Dio la benedica, Alessandro, qual è il suo disturbo. Ca bene così, non voglio nulla. Questa volta il viaggio lo offro io. Sono io, semmai, Il debitore.
La felicità è lì, in quella casa, in quelle case. Si diffonde nell'aria, arriva fin dentro un palazzo al centro di Roma, ad un anziano signore. Si chiama Sergio, è il presidente della Repubblica Italiana. Che chiama Alessandro. Il lockdown è finito, gli dice, l'aspetto al Quirinale. Alessandro Bellantoni è da pochi giorni Cavaliere della Repubblica. Il Capo dello Stato gli ha messo qualcosa al petto mentre gli diceva tu sei un eroe della pandemia.
E di tutti noi.