Di Piero Gurrieri su Giovedì, 14 Aprile 2022
Categoria: Diario di questi anni di Pietro Gurrieri

Albina e Irina porteranno la croce

 Albina e Irina sono la due donne - una russa e l'altra ucraina, un'infermiera e una specializzanda - scelte da lui, Papa Francesco. Il Venerdì Santo, al Colosseo, alla XIII stazione, saranno insieme sotto la Croce: la XIII è la stazione della morte di Gesù.

"Le lacrime sono finite. La rabbia ha lasciato il passo alla rassegnazione. Sappiamo che Tu ci ami, Signore, ma non sentiamo questo amore e questa cosa ci fa impazzire. Ci svegliamo al mattino e per qualche secondo siamo felici, ma poi ci ricordiamo subito quanto sarà difficile riconciliarci. Signore dove sei? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, a essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare". Così, le parole che saranno pronunciate davanti al Cristo Crocifisso, riportate nel libretto diffuso dalla Santa Sede.

 Che caduta di stile per l'ambasciatore ucraino, che ha urlato la contrarietà del proprio Governo a "mettere insieme donne ucraine e russe nel portare la Croce durante la Via Crucis" e che ha parlato di "possibili conseguenze". Non ha capito nulla di questo gesto, non ha neppure capito che la guerra appartiene ai potenti, mai ai popoli, che ne subiscono i nefasti effetti. Sia chiaro, sappiamo perfettamente - e lo sa e lo ha detto anche il Papa - che l'attacco russo all'Ucraina non ha alcuna giustificazione, e quanto stiamo vedendo ci lascia senza parole. Ma il gesto di Francesco è un messaggio per i popoli, e un grido a far tacere le armi, non a nascondere le responsabilità.

 Basterebbe ricordargli le parole di Irina: "Quando ci siamo incontrate poco dopo l'inizio della guerra, Albina è venuta nel reparto. Io ero di turno. È bastato il nostro sguardo: i nostri occhi si sono riempiti di lacrime e Albina ha cominciato a chiedermi scusa. Si sentiva in colpa e mi chiedeva scusa. Io la rassicuravo che lei non c'entrava niente in tutto questo".

Grazie a queste due ragazze, e a tutti gli.operatori di pace, che supera tutto ed è il bene più prezioso da coltivare. Grazie doprattutto a Lei, Papa Francesco