Di Rosario Antonio Rizzo su Sabato, 10 Dicembre 2022
Categoria: Maestri e Testimoni: nomi e storie da ricordare

Albert Camus, “Un uomo quasi giovane ricco soltanto dei suoi dubbi…”

 Chi frequenta FB., al di là degli interessi propri, gli capita spesso di imbattersi in una citazione, in un aforisma, un'indicazione bibliografica che si riferisce ad Albert Camus.

La speranza è sempre quella che ogni lettore possa andare oltre l'occasionalità della citazione, cercare su internet notizie più complete sulla sua vita, sulle sue moltissime opere, sui suoi pensieri.

E se questa speranza non è solo il desiderio di un lettore attento, siamo certi che le sorprese non possono mancare.

Era nato a Dréan, in Algeria il 7 novembre 1913 e deceduto il 4 gennaio 1960 a Villeblevin, Francia, il 4 gennaio 1960, in un incidente automobilistico.

È stato uno scrittore che si è occupato di filosofia, di saggistica, di drammaturgia, di giornalismo. Inoltre è stato un grande attivista politico.

Rimase orfano giovanissimo. Suo padre era morto durante la prima Guerra Mondiale, nella famosissima battaglia della Marna, combattuta, tra il 5 e il 12 settembre 1914, tra l'esercito anglo-francese e l'esercito tedesco, che, per una serie di errori, fu costretto a subire una cocente sconfitta.

La sua fu un'infanzia, una adolescenza e una gioventù contrassegnata da povertà e da mille difficoltà.

 Nonostante tutti questi disagi riuscì, praticando diversi mestieri, a laurearsi all'Università di Algeri in lettere con una tesi su Platone e Sant'Agostino.

Inoltre soffriva di una forma di tubercolosi che si portò dietro fino la fine dei suoi giorni.

Praticò moltissimi mestieri alternandoli alla scrittura sia ad Algeri, sia in Francia, dove, tra l'altro, partecipò alla guerra di Liberazione, durante la seconda guerra mondiale.

Partecipò anche attivamente alla Resistenza e si scrisse al partito comunista francese. Con alterne vicende, uscendone, nel 1956 dopo l'occupazione sovietica dell'Ungheria.

Stabilitosi a Parigi cominciò a pubblicare diversi saggi, interessandosi di teatro e giornalismo.

La sua partecipazione attiva alla Resistenza gli permise di conoscere i personaggi più interessanti dell'epoca: da Jean-Paul Sartre, filosofo, scrittore, drammaturgo e critico letterario, considerato uno dei più importanti rappresentanti dell'esistenzialismo; ad André Gide, appassionantissimo scrittore, premio Nobel per la letteratura nel 1947; a François Charles Mauriac, scrittore, giornalista e drammaturgo francese nonché Membro dell'Accademia francese.

Nel 1942 pubblica il primo romanzo, "L'étranger", che apparirà anche nella lingua italiana, nel 1947 con il titolo "Lo straniero". È un romanzo che lo segnala al grande pubblico ed ottenne un enorme successo. I successivi romanzi e saggi delineano la scelta "esistenziale" di Camus dove si intravvedano i segni di quell' "esistenzialismo", sul piano filosofico, che contraddistingue quel periodo che va dalla Resistenza francese fino all'inizio degli anni Sessanta del secolo scorso.

La bibliografia delle opere di Camus è vastissima e che solo una ricerca in Internet può darci una cifra certa sia sul numero delle opere, sia sugli argomenti trattati: dalla prima pubblicazione fino all'opera postuma "La mort heureuse" (1971).

Ma il romanzo che gli diede grandissima notorietà è "La peste", 1947. Il romanzo che, dieci anni dopo, gli permetterà di ricevere il Premio Nobel per la letteratura. Il titolo di questa nota è un passaggio che Camus lesse quando ricevette il Nobel.

 Possiamo leggere in un estratto, molto significativo dell'enciclopedia Treccani su Camus:

"… il premio Nobel ne consacrò la fama, come una delle più forti personalità della letteratura contemporanea. La sua "filosofia", che fa tutt'uno con la scena poetica di scrittore, parte dalle sue riflessioni sul destino dell'uomo, nel suo svolgimento assurdo e irrazionale in una realtà ineluttabile, in cui possono trovare posto, per la forza delle circostanze, il delitto quasi involontario o ingiustificabile, la beffa dell'equivoco. Da questa posizione egli giunge alla morale della rivolta, rifiuto di compromessi e di conformismi, che salvi, nella solidarietà umana, nel riscatto dei derelitti, i grandi ideali di libertà e di giustizia, e di verità e di bellezza. La sua è una rivolta dunque non come distruzione, né come rifiuto di tutto, ma come costruzione di vita associata, come creazione libera di un ideale di bellezza. La "dottrina" di Camus può mostrare incoerenze e contraddizioni; la realtà della sua arte convince per la purezza classica del suo stile, per la sofferta adesione al dramma della sua generazione, per il coraggioso messaggio di lotta, di fiducia, che esprimono tutte le sue opere".

Ed eravamo nel 1947, all'inizio dell'ennesimo Rinascimento europeo dopo una devastante guerra che causò al mondo intero 60 milioni di morti.

Speriamo sia d'auspicio a questo nostro attuale Rinascimento che fatica non poco a decollare.

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