Inquadramento normativo: Art. 892 c.c., Art. 896 c.c., Art. 2051 c.c., Art. 29 C.d.S.
Rami sporgenti: L'art. 896 c.c. stabilisce che "quegli sul cui fondo si protendono i rami degli alberi del vicino può in qualunque tempo costringerlo a tagliarli, e può egli stesso tagliare le radici che si addentrano nel suo fondo, salvi però in ambedue i casi i regolamenti e gli usi locali".
Focus: Il proprietario del fondo, su cui sporgono i rami dell'albero impiantato sul fondo del vicino, può costringere "in qualunque tempo" quest'ultimo a recidere i rami pendenti. Si tratta, in buona sostanza, di una tutela della proprietà individuale, per cui il proprietario del fondo, su cui sporgono i rami dell'albero del vicino, ha diritto ad ottenere dal giudice ordinario la recisione dei predetti rami [...],a prescindere dalla tutela paesaggistica vigente, dal momento che detta tutela resta assicurata attraverso i rimedi previsti dalla legge in materia: rimedi, questi, da chiunque azionabili (Cass. civ. n. 2555/1980; Cass. civ. n. 3062/1958; Cass. civ. n. 617 /1947, Cass. civ. n. 14008/2014).
Distanze legali per piantare alberi: Secondo il codice civile, per piantare alberi in prossimità del confine, devono essere osservate le distanze stabilite dai regolamenti e/o dagli usi locali. In mancanza, si rispettano le seguenti distanze:
- tre metri per gli alberi di alto fusto;
- un metro e mezzo per gli alberi di non alto fusto;
- mezzo metro per le viti, gli arbusti, le siepi vive, le piante da frutto di altezza non maggiore di due metri e mezzo.
Focus: Nel caso in cui i rami di un albero piantato nel fondo del vicino protendano nel fondo confinante, se tale albero è situato ad una distanza inferiore a quelle prescritte dalla legge, la richiesta di recisione dei predetti rami o l'estirpazione dell'albero può essere formulataa prescindere dalla valutazione dell'esistenza di un'effettiva turbativa. E ciò in considerazione del fatto che, in tali ipotesi, si tende a salvaguardare il fondo in sé, indipendentemente dalle sue particolari caratteristiche o esigenze, sicché il compito del giudice di merito è limitato alla verifica del rispetto della distanza prescritta, senza doversi estendere a indagare la concreta esistenza del danno derivante dall'invasione […] dei rami altrui (Corte Cost. n. 54/1994 e Cass. n. 14445 /1999,. Cass. civ. n. 14008/2014).
Casistica: È possibile mantenere gli alberi piantati in prossimità del confine a distanza inferiore rispetto a quella prescritta dalla legge, in presenza di servitù, costituite per destinazione del buon padre di famiglia. In buona sostanza, se l'albero posto a distanza inferiore da quella legale, risulta, dalla disamina dello stato dei luoghi, preesistente alla divisione del fondo che in origine apparteneva ad un solo proprietario, allora il proprietario del fondo su cui è piantato il predetto albero può opporsi alla recisione dello stesso richiesta dal proprietario dell'altro fondo per violazione delle prescritte distanze legali, invocando l'acquisto della servitù per destinazione del buon padre di famiglia. A tal proposito, la giurisprudenza di legittimità ha recentemente ribadito che "in tema di acquisto della servitù per destinazione del padre di famiglia, il presupposto dell'asservimento di un fondo all'altro va accertato ricostruendo lo stato dei luoghi al momento della divisione del fondo originariamente appartenente ad un unico proprietario, rimanendo irrilevanti le successive modifiche" (Cass. civ. n. 6592/2016, Tribunale Firenze, sentenza del 9 marzo 2018).
Rami che protendono sulla strada o sull'autostrada: Il proprietario di un fondo che confini con una strada o con un'autostrada ha l'obbligo di tagliare i rami degli alberi che protendono oltre il suo confine. E ciò al fine di evitare che:
- venga nascosta la segnaletica o
- venga compromessa la sua leggibilità rispetto alla distanza o alle angolazioni necessarie.
Nel caso in cui, a causa di intemperie, gli alberi piantati nella proprietà di un privato o i loro rami cadano sulla strada, il proprietario ha l'obbligo di rimuoverli nel più breve tempo possibile. Qualora quest'ultimo non osservi gli obblighi prescritti, incorrerà nella sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 168 a euro 674.
Alberi di proprietà del Comune: Il Comune è tenuto ad una scrupolosa e preventiva manutenzione degli alberi del centro abitato e ciò in considerazione dei danni riconducibili a situazioni di pericolo che potrebbero derivare dai beni sotto la sua custodia, salvo il caso in cui sia fornita adeguata prova che il danno era imprevedibile e non tempestivamente evitabile o segnalabile (Cass. civ. n. 8935/2013; n. 21508/2011, Giudice di pace Campobasso, sentenza del 10 maggio 2016). Ne discende che anche l'Ente comunale è tenuto a provvedere ad una corretta potatura degli alberi al fine di evitare che i rami possano arrecare danni e turbativa ai cittadini.
Responsabilità: Il taglio dei rami protesi è un' opera di ordinaria manutenzione. Infatti la recisione dei rami, o anche la potatura di mantenimento, degli alberi di alto fusto ricade sotto la responsabilità del custode dell'albero secondo il criterio generale di cui all'art. 2051, c.c. (ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che non provi il caso fortuito). In pratica, si tratta di un' opera che deve essere posta in essere periodicamente e che pertanto sfugge dall'ambito di quelle di straordinaria manutenzione (Trib. Nocera Inferiore, sentenza del 18 maggio 2016).