Di Raffaele Gurrieri su Lunedì, 30 Marzo 2020
Categoria: Fisco e Tributi

La carica dei 600 euro: dal primo aprile

Dal prossimo mercoledì 1° aprile 2020 si potranno presentare le domande telematiche per ottenere il bonus 600 euro dedicato alle "partite IVA", lavoratori autonomi, agricoltori e lavoratori dello spettacolo. L'Inps, con il messaggio n. 1381 del 26 marzo 2020 e con un comunicato stampa apparso sul sito dell'istituto venerdì scorso 27 marzo 2020 tenta di riscaldare i motori dell'operazione "600 euro" dettando le istruzioni e diramando le informazioni necessarie.

Si potrà fare domanda in due modi:

Il messaggio INPS relativo alla domanda per l'ottenimento del bonus 600 euro contiene anche un "annuncio importante": l'INPS comunica, infatti, che a breve verrà rilasciata una nuova procedura di emissione del PIN con il riconoscimento a distanza, gestita dal Contact Center, che consentirà ai cittadini di ottenere, in un unico processo da remoto, un nuovo PIN con funzioni dispositive senza attendere gli ulteriori 8 caratteri del PIN che ordinariamente venivano spediti tramite il servizio postale; conclude, infine, comunicando che maggiori dettagli operativi e la data di avvio del servizio verranno forniti con un successivo messaggio. Quando saranno note le commenteremo.

L'istituto previdenziale avrebbe potuto e dovuto fare molto di più. Ancorché con procedure che si annunciano semplificate infatti, permettere agli aventi diritto di accedere al bonus "600 euro" facendo richiesta solo in prima persona o tramite patronati produce non poche difficoltà.

Preliminarmente si osserva che la semplificazione sulla possibilità di ottenere telematicamente il PIN dispositivo con conferma a mezzo sms, sopra descritta, non è sicuramente abbastanza; si continua a dare per scontato che tutti abbiano la giusta cultura informatica per poter fare questo genere di adempimenti, e oltretutto, il sito del INPS in particolare, non è facilmente intuitivo nemmeno per gli addetti ai lavori, figuriamoci per i cosiddetti,  "Informaticideficienti", o per chi non ha la "fortuna" di considerarsi un nativo digitale. 

Risultato? Tanti non saranno in grado di presentare la domanda se non assistiti adeguatamente e, probabilmente, nemmeno di richiedere il PIN.

Lo stesso discorso vale per chi deciderà di rivolgersi ai patronati. Il decreto permette di inviare tutta la documentazione necessaria in via telematica, senza doversi recare fisicamente in ufficio; peccato che questo presuppone che tutti sappiano scansionare un documento e inoltrarlo via email e che tutti abbiano un PC, uno scanner ed un'adeguata connessione alla rete. Purtroppo non è così.

Basterebbe una semplice modifica procedurale: consentire anche agli intermediari abilitati - consulenti del lavoro, commercialisti, revisori dei conti, tributaristi, ced - di inoltrare la domanda per conto dei clienti che già hanno in delega; semplicissimo, non è difficile, ma evidentemente non si comprendono le esigenze reali. Peraltro, non è ancora stato presentato il modello di domanda che si dovrà compilare e possibilmente ci sono da inserire dei dati di cui non tutti sono a conoscenza del dettaglio, dati che invece, il proprio intermediario conosce e che potrebbe fornire senza particolari problemi; permettere alle categorie indicate di fare questo genere di adempimenti rappresenterebbe una reale semplificazione soprattutto per le piccole imprese prive di strutture amministrative.

Attendiamo fiduciosi che l'istituto consenta quanto auspicato, anche per non correre il rischio che la data del primo aprile 2020 rappresenti un enorme pesce d'aprile: non possiamo permettercelo. Il tessuto produttivo ha bisogno di questa misera, ma fondamentale iniezione di liquidità per sostenere la sopravvivenza.

Meditate contribuenti, meditate, ed ovviamente, restiamo tutti a casa.

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